A dichiarare nulla la sanzione disciplinare di 10 giorni inflitta all´insegnante di un istituto superiore lucano è stato il tribunale di Potenza con una sentenza emessa il 4 marzo scorso. La docente era stata ingiustamente "punita" perché durante un consiglio di classe, quindi nel pieno esercizio delle sue funzioni istituzionali, aveva espresso un´opinione diversa da quella della dirigente scolastica.
Il giudice del lavoro, accogliendo il ricorso presentato dall´insegnante, ha decretato nulla la sanzione disciplinare e ha disposto il pagamento dello stipendio e dei contributi previdenziali sottratti alla docente durante i dieci giorni di sospensione."Il provvedimento disciplinare esercitato dalla dirigente - si legge nella sentenza - risulta in aperto contrasto con i principi fondamentali stabiliti dall´articolo 7 dello Statuto dei lavoratori". E ancora, nelle conclusioni: "Non appare sufficientemente specificata la fonte normativa del potere disciplinare esercitato e appare evidente che quest´ultimo sia stato esercitato al di fuori delle norme che avrebbero dovuto trovare applicazione".
"Dopo la riforma Brunetta - afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti - l´abuso delle sanzioni disciplinari sta diventando un problema sempre più diffuso ma purtroppo ignorato dal ministero dell´Istruzione e dagli uffici scolastici territoriali. Sarebbe bene che il ministro Giannini, prima di ampliare i poteri dei dirigenti, si informasse sulla reale situazione delle scuole".
Roma, 6 marzo 2014
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