Nelle linee programmatiche esposte dal ministro Giannini alla 7° Commissione del Senato, l’agenda digitale e l’aggiornamento obbligatorio in servizio del personale dirigente e docente non sembrano occupare la posizione centrale che meritano. L’enfasi dell’enunciazione “allargare l’orizzonte e lo sguardo vuol dire, infine, scuola digitale … prima si parte e meglio è. E quindi è importante iniziare fin dalle primarie” fa molto rumore ma produce pochi effetti in assenza di un vincolato piano finanziario, di indicazioni puntuali di obiettivi, di strumenti e tempi necessari per realizzarli.
Serve un’assunzione di responsabilità precisa, una piattaforma programmatica che andando oltre i propositi dica cosa si è disposti a mettere sul tavolo, a fare subito per creare le premesse operative. E’ vero la tecnologia non è completamente fuori dalla scuola italiana, ma siamo in fondo alla classifica, lontani dalle percentuali europee. Le iniziative di sperimentazioni con strumenti tecnologici coinvolgono nel corrente anno scolastico 36 scuole e oltre 1200 cl@ssi 2.0. Nelle predette cifre non sono comprese le 329 istituzioni scolastiche e formative del progetto Generazione Web Lombardia e le Regioni Campania, Puglia, Sicilia e Calabria coinvolte nel progetto Obiettivo Convergenza, finanziato con risorse europee.
La consapevolezza del ritardo deve indurre ad abbandonare la propensione al “catenaccio” e passare all’attacco. La “trasformazione” digitale deve rappresentare una strategica priorità perché lo sviluppo qualitativo del sistema educativo passa necessariamente dalla capacità di raccogliere le sfide e le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica.
(da TuttoscuolaNEWS)
Nessun commento:
Posta un commento