Si apra in tempi brevi la contrattazione per il comparto scuola, prevedendo adeguati incrementi stipendiali che non siano solo calcolati sul recupero dell´inflazione.
A chiederlo è la FGU-Gilda degli Insegnanti in riferimento alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale sul blocco dei contratti del pubblico impiego.
La pronuncia della Consulta - afferma la Fgu-Gilda -
Tutte le cosiddette riforme sulla scuola fatte negli ultimi anni, con particolare riferimento alla cosiddetta ´Buona Scuola´, - sottolinea la Fgu-Gilda - rappresentano inaccettabili forzature che hanno unilateralmente modificato le condizioni dei lavoratori della scuola e dei docenti, inserendo surrettiziamente premi al merito ed altri elementi accessori che dovevano essere oggetto di contrattazione nazionale. Sempre la Corte infatti recita: ´in una costante dialettica con la legge, chiamata nel volgere degli anni a disciplinare aspetti sempre più puntuali, il contratto collettivo contempera in maniera efficace e trasparente gli interessi contrapposti delle parti e concorre a dare concreta attuazione al principio di proporzionalità della retribuzione, ponendosi, per un verso, come strumento di garanzia della parità di trattamento dei lavoratori e, per altro verso, come fattore propulsivo della produttività e del merito´.
E´ quindi indispensabile - conclude il sindacato - che la contrattazione torni ad essere centrale nelle dinamiche stipendiali e normative. Per questo la legge 107/2015 (Buona Scuola) appare evidentemente fondata su elementi di oggettiva incostituzionalità.
Roma, 24 luglio 2015
Ufficio stampa Gilda degli insegnanti
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