È di poche ore fa la sentenza emessa dal Tar del Lazio che condanna il Miur all'ostensione del famoso "algoritmo" di calcolo che ha gestito il software relativo ai trasferimenti interprovinciali del personale docente sulla mobilità 2016, che ha deciso la sorte professionale di numerosi docenti coinvolti.
Il coordinatore nazionale della Federazione Gilda Unams, Rino Di Meglio, nonché gli Avv. ti Michele Bonetti, Santi Delia e Silvia Antonellis, affermano la fondamentale importanza di tale vittoria al fine di fare finalmente chiarezza su quelle che sono state le procedure puntuali dei trasferimenti, ma, in particolare, sugli errori che hanno determinato l'allontanamento di numerosi docenti dalle sedi che sarebbero spettate in base ai criteri dichiarati nelle loro domande di trasferimento.
Il Tar Lazio dà, dunque, ragione al sindacato che aveva presentato ricorso, patrocinato dagli Avvocati Bonetti, Delia e Antonellis, per il diniego all'accesso agli atti da cui poter desumere le operazioni della mobilità per l'a.s. 2016/2017, screditando in toto le eccezioni sulla proprietà intellettuale e sul segreto di Stato asserite dal Miur per non rilasciare l'algoritmo, ordinando, dunque, alla stessa di rilasciare "copia dei c.d. codici sorgente del software dell'algoritmo di gestione della procedura della mobilità dei docenti per l'a.s. 2016/2017 di cui all'O.M. M.I.U.R n. 241 del 2016 nel termine di 30 (trenta) giorni decorrenti dalla notifica a cura di parte".
"Mi ritengo soddisfatto per la vittoria conseguita" - dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti - "che rappresenta un inizio positivo per fare chiarezza sull'applicazione errata del Ccni sulla mobilità che ha coinvolto numerosi docenti, che ora richiedono trasparenza sulla reale procedura seguita dal Ministero".
"La Gilda grazie a questo importante provvedimento" riporta l'Avv. Bonetti "valuterà una campagna anche risarcitoria dinanzi ai Giudici del Lavoro per tutti i docenti lesi da questo algoritmo mail fatto che li ha spostati da una parte all'altra della Repubblica riservandosi anche di presentare un esposto alla Corte dei Conti"
22 marzo 2017
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