Le
proposte di oggi sarebbero anche una bella cosa se non venissero
fatte proprio ora che celebriamo i funerali della Scuola Pubblica.
Funerali
decretati da Renzi e da questo governo.
Queste
di oggi sono noccioline in confronto alla mala scuola che il
parlamento sta ratificando su proposta di Renzi e del suo governo.
Gli
insegnanti dicono VIA il governo della MALA SCUOLA,
DELL'ARROGANZA
E DELLA PREPOTENZA.
E
lo hanno gridato in massa con lo sciopero massiccio del 5 maggio,
85,6% in provincia di Oristano, risultati mai visti prima d'ora.
Lo
hanno ripetuto con lo sciopero degli scrutini in quasi tutte le
scuole della provincia bloccati al 100% ed in altre in percentuali
altissime.
Lo
hanno ripetuto nelle centinaia e centinaia di manifestazioni, cortei,
fiaccolate, flash mob anche nella nostra provincia.
A Cagliari la
grande manifestazione il 5 maggio, a Roma prima, in Piazza S.
Apostoli, a Firenze la Gilda il 22 novembre 2014 e così via elencando.
Gli
Insegnanti chiedono che la Regione Sarda, il suo Presidente si
facciano
portavoce
delle nefaste conseguenze che il ddl della mala scuola avrebbe sulla
realtà sarda (ma chi privati in Sardegna finanzierebbe le scuole
che continuerebbero a diventare di serie B se non di serie Z). E che si
facciano interpreti del gravissimo malumore esistente nella scuola
della regione.
Persino
soru lo ha riconosciuto pubblicamente: il personale della scuola ha
abbandonato il PD, noi riteniamo definitivamente.
Il
ddl della mala scuola piace solo alla Confindustria, è rifiutato
dagli studenti, dai Genitori, da chi lavora nella scuola e l'ha fatta
funzionare al meglio nonostante tutto.
SIAMO NOI LA BUONA SCUOLA!
Gli
Insegnanti dicono NO
e
respingono con forza la previsione del Super
Preside Sceriffo e podestà faraone ( e non
lo diciamo a caso), barone e degli albi territoriali loro feudo,
dirigente
competente su tutto, col potere di vita e di morte, di assumere,
valutare e licenziare, sia i nuovi assunti ma anche gli
insegnanti già di ruolo condannati o all'immobilizzazione nelle sedi
attuali, o ad entrare nel girone dantesco degli albi territoriali (o
ambiti territoriali che dir si voglia) alla mercé dei
Dirigenti Scolastici, in una scuola concepita come caserma.
NO
alle liste
di proscrizione degli albi territoriali (Ferdinando
Imposimato)
NO
alla
precarizzazione
di tutto il Personale della scuola.
SI
invece
all'imparzialità
della pubblica amministrazione sancita dall'art. 97 della
Costituzione,
senza esporre la scuola, il personale e gli stessi dirigenti a
possibili nepotismi, favoritismi, lottizzazioni, clientelismo
tipico del mondo politico, abusi, arbitrii, episodi di
corruzione, visto quelli di cui tutti i giorni la Magistratura deve
occuparsi in Italia, e che tutti i giorni leggiamo sulla stampa e
sentiamo nei TG, ricatti che possono subire gli stessi i
dirigenti in molte zone del paese dove la malavita la fa da padrone.
Introduce
il malaffare nella scuola che finora ne era rimasta esente.
NO
al
Super Preside barone, a capo della piramide
medioevale
con gli insegnanti relegati al ruolo di servi della gleba,
espropriati persino del diritto costituzionalmente garantito della
libertà d'insegnamento e pieno riconoscimento invece del ruolo
tecnico del Collegio Docenti.
Presidi a loro volta come marionette in mano ai Direttori Generali e questi, del Governo e di renzi in uno spoiler system portato alle estreme conseguenze.
Presidi a loro volta come marionette in mano ai Direttori Generali e questi, del Governo e di renzi in uno spoiler system portato alle estreme conseguenze.
NO
a una
scuola aziendalistica:
la scuola non sforna bulloni nè macchine, ma educa e forma cervelli,
donne e uomini, cittadini liberi e pensanti.
SI al rispetto dell'art. 33 della Costituzione che prevede che l' arte e la scienza sono liberi e libero ne è l'insegnamento.
SI al rispetto dell'art. 33 della Costituzione che prevede che l' arte e la scienza sono liberi e libero ne è l'insegnamento.
NO
alla
valutazione degli insegnanti da parte di genitori e alunni
perchè
la pedagogia e la didattica non sono il loro mestiere.
O
forse facciamo giudicare i giudici dagli imputati e i medici dai
pazienti?
NO a una organizzazione della scuola aziendalistica e, in maniera dirompente, competitiva,
SI invece a mantenere e consolidare, nella scuola dell'autonomia, la configurazione di comunità cooperativa ed educante che già il legislatore le ha dato nei decreti delegati del 1974, rafforzando, invece che smantellarli, gli Organi Collegiali con la forte presenza degli Insegnanti e dell'altro Personale della Scuola.
NO
a
modelli
di gestione autoritaria
che stravolgono i principi di un’autonomia fondata sulla
collegialità, la cooperazione e la condivisione;
NO
alla provocatoria introduzione del voucher
di 500
€ annui ad ogni insegnante per l'acquisto di materiale per
l'aggiornamento.
NO
al'elargizione
del Principe,
SI
invece al rinnovo
del contratto
scaduto
da 7 anni, stipulato con i Rappresentanti dei Lavoratori della Scuola
i quali si organizzano liberamente nei Sindacati come garantito
dalla Costituzione,
per
una giusta valorizzazione del lavoro nella scuola e che in questi
mesi
hanno
dimostrato di rappresentare l'80% dei lavoratori della scuola;
Blocco
dei Contratti che la Suprema Corte nei giorni scorsi ha dichiarato
incostituzionale.
NO
allo schol-bonus
e alla
detraibilità per le rete scolastiche che altro non è che
il dirottare verso le scuole private ingenti risorse che vengono
sottratte alla scuola pubblica la quale viene affossata, mentre
quella privata deve sì esistere ma, come stabilisce la Costituzione,
senza oneri per lo Stato.
NO
a
incursioni
per legge su materie soggette a disciplina contrattuale,
come le retribuzioni e la mobilità del personale;
SI
allo
Stralcio
delle norme per l' assunzioni SUBITO
dei precari e organico funzionale
NO
a
lasciar fuori le Gae
dell'Infanzia, (ma che fine fa la scuola dell'Infanzia: nebbia più
totale) gli abilitati PAS e TFA, e i destinatari della sentenza
della Corte Europea che
in questi tanti anni hanno garantito il regolare funzionamento della
scuola.
SI
all'avvio
di una strategia di forte
investimento
su istruzione e formazione, recuperando il gap che separa l’Italia
dagli altri paesi europei.
Manco
la destra e Berlusconi sono arrivati a fare cose simili a danno
della scuola!
E
in Sardegna, NO all'accanimento razionalizzatore.
ci
sono state le elezioni Comunali,
poi
ci saranno quelle regionale
e
se renzi ce le lascia, arriveranno anche le elezioni politiche.
Gli
Insegnanti non dimenticano.
Matteo,
stai sereno!
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