Gilda

lunedì 29 giugno 2015

Riunione Regione per progetto Iscol@. L'intervento che avremmo voluto fare ma l'ambiente "narcotizzato" non lo consentiva.



Le proposte di oggi sarebbero anche una bella cosa se non venissero fatte proprio ora che celebriamo i funerali della Scuola Pubblica.
Funerali decretati da Renzi e da questo governo.
Queste di oggi sono noccioline in confronto alla mala scuola che il parlamento sta ratificando su proposta di Renzi e del suo governo.
Gli insegnanti dicono VIA il governo della MALA SCUOLA,
DELL'ARROGANZA E DELLA PREPOTENZA.
E lo hanno gridato in massa con lo sciopero massiccio del 5 maggio, 85,6% in provincia di Oristano, risultati mai visti prima d'ora.
Lo hanno ripetuto con lo sciopero degli scrutini in quasi tutte le scuole della provincia bloccati al 100% ed in altre in percentuali altissime.
Lo hanno ripetuto nelle centinaia e centinaia di manifestazioni, cortei, fiaccolate, flash mob anche nella nostra provincia.
A Cagliari la grande manifestazione il 5 maggio, a Roma prima, in Piazza S. Apostoli, a Firenze la Gilda il 22 novembre 2014 e così via elencando.

Gli Insegnanti chiedono che la Regione Sarda, il suo Presidente si facciano
portavoce delle nefaste conseguenze che il ddl della mala scuola avrebbe sulla realtà sarda (ma chi privati in Sardegna finanzierebbe le scuole che continuerebbero a diventare di serie B se non di serie Z). E che si facciano interpreti del gravissimo malumore esistente nella scuola della regione.
Persino soru lo ha riconosciuto pubblicamente: il personale della scuola ha abbandonato il PD, noi riteniamo definitivamente.
Il ddl della mala scuola piace solo alla Confindustria, è rifiutato dagli studenti, dai Genitori, da chi lavora nella scuola e l'ha fatta funzionare al meglio nonostante tutto. 
SIAMO NOI LA BUONA SCUOLA!
Gli Insegnanti dicono NO
e respingono con forza la previsione del Super Preside Sceriffo  e podestà faraone ( e non lo diciamo a caso), barone e degli albi territoriali loro feudo,
dirigente competente su tutto, col potere di vita e di morte, di assumere, valutare e licenziare, sia i nuovi assunti ma anche gli insegnanti già di ruolo condannati o all'immobilizzazione nelle sedi attuali, o ad entrare nel girone dantesco degli albi territoriali (o ambiti territoriali che dir si voglia) alla mercé dei Dirigenti Scolastici, in una scuola concepita come caserma.
NO alle liste di proscrizione degli albi territoriali (Ferdinando Imposimato)
NO alla precarizzazione di tutto il Personale della scuola.

SI invece all'imparzialità della pubblica amministrazione sancita dall'art. 97 della Costituzione, senza esporre la scuola, il personale e gli stessi dirigenti a possibili nepotismi, favoritismi, lottizzazioni, clientelismo tipico del mondo politico, abusi, arbitrii, episodi di corruzione, visto quelli di cui tutti i giorni la Magistratura deve occuparsi in Italia, e che tutti i giorni leggiamo sulla stampa e sentiamo nei TG, ricatti che possono subire gli stessi i dirigenti in molte zone del paese dove la malavita la fa da padrone.
Introduce il malaffare nella scuola che finora ne era rimasta esente.


NO al Super Preside barone, a capo della piramide medioevale con gli insegnanti relegati al ruolo di servi della gleba, espropriati persino del diritto costituzionalmente garantito della libertà d'insegnamento e pieno riconoscimento invece del ruolo tecnico del Collegio Docenti.

Presidi a loro volta come marionette in mano ai Direttori Generali e questi, del Governo e di renzi in uno spoiler system portato alle estreme conseguenze.
NO a una scuola aziendalistica: la scuola non sforna bulloni nè macchine, ma educa e forma cervelli, donne e uomini, cittadini liberi e pensanti.
SI al rispetto dell'art. 33 della Costituzione che prevede che l' arte e la scienza sono liberi e libero ne è l'insegnamento.
NO alla valutazione degli insegnanti da parte di genitori e alunni perchè la pedagogia e la didattica non sono il loro mestiere.
O forse facciamo giudicare i giudici dagli imputati e i medici dai pazienti?


NO a una organizzazione della scuola aziendalistica e, in maniera dirompente, competitiva,

SI invece a mantenere e consolidare, nella scuola dell'autonomia, la configurazione di comunità cooperativa ed educante che già il legislatore le ha dato nei decreti delegati del 1974, rafforzando, invece che smantellarli, gli Organi Collegiali con la forte presenza degli Insegnanti e dell'altro Personale della Scuola.



NO a modelli di gestione autoritaria che stravolgono i principi di un’autonomia fondata sulla collegialità, la cooperazione e la condivisione;
NO alla provocatoria introduzione del voucher di 500 € annui ad ogni insegnante per l'acquisto di materiale per l'aggiornamento.
NO al'elargizione del Principe,
SI invece al rinnovo del contratto scaduto da 7 anni, stipulato con i Rappresentanti dei Lavoratori della Scuola i quali si organizzano liberamente nei Sindacati come garantito dalla Costituzione,
per una giusta valorizzazione del lavoro nella scuola e che in questi mesi
hanno dimostrato di rappresentare l'80% dei lavoratori della scuola;

Blocco dei Contratti che la Suprema Corte nei giorni scorsi ha dichiarato incostituzionale.
NO allo schol-bonus e alla detraibilità per le rete scolastiche che altro non è che il dirottare verso le scuole private ingenti risorse che vengono sottratte alla scuola pubblica la quale viene affossata, mentre quella privata deve sì esistere ma, come stabilisce la Costituzione, senza oneri per lo Stato.
NO a incursioni per legge su materie soggette a disciplina contrattuale, come le retribuzioni e la mobilità del personale;
SI allo Stralcio delle norme per l' assunzioni SUBITO dei precari e organico funzionale
NO a lasciar fuori le Gae dell'Infanzia, (ma che fine fa la scuola dell'Infanzia: nebbia più totale) gli abilitati PAS e TFA, e i destinatari della sentenza della Corte Europea che in questi tanti anni hanno garantito il regolare funzionamento della scuola.
SI all'avvio di una strategia di forte investimento su istruzione e formazione, recuperando il gap che separa l’Italia dagli altri paesi europei.



Manco la destra e Berlusconi sono arrivati a fare cose simili a danno della scuola!
E in Sardegna, NO all'accanimento razionalizzatore.




ci sono state le elezioni Comunali,
poi ci saranno quelle regionale
e se renzi ce le lascia, arriveranno anche le elezioni politiche.
Gli Insegnanti non dimenticano.
Matteo, stai sereno!





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