“Le immissioni in ruolo previste dalla riforma della scuola non sono un regalo di Renzi, ma un atto dovuto legato alla sentenza della Corte di Giustizia Europea. E poiché la Gilda Unams è stata attrice del ricorso presentato a Lussemburgo, siamo pronti a chiedere una procedura d´infrazione nei confronti dell´Italia per il mancato rispetto di quanto disposto dai giudici comunitari”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, replicando all´annuncio del presidente del Consiglio di voler stoppare il disegno di legge e rinviare di un anno le assunzioni dei precari.
“Come ribadiamo ormai da mesi, – prosegue Di Meglio – è necessario stralciare il piano di stabilizzazioni dal ddl e trasferirlo in un decreto legge: non è vero, come continua ad affermare il governo, che le assunzioni sono inscindibili dalla riforma complessiva, perché l´organico funzionale di 50mila docenti, diviso per le 8500 scuole presenti su tutto il territorio italiano, è gestibile senza alcun problema con gli attuali poteri dei dirigenti scolastici”.
“Imputare il rinvio della riforma e delle stabilizzazioni all´eccesso di emendamenti – commenta ancora il coordinatore della Gilda - è un inaccettabile scaricabarile che, oltre a essere irrispettoso verso il Parlamento, è un evidente segnale di debolezza”.
In merito alla nuova consultazione che Renzi vorrebbe organizzare a luglio, Di Meglio non usa mezzi termini: “Si tratta dell´ennesima pagliacciata: le questioni sono ormai note e se decide di rinviare la riforma, è soltanto perché si è reso conto di non avere in Senato i numeri sufficienti per approvarla. Inoltre è mistificatorio dire che sono 18 i sindacati con cui doversi confrontare, poiché in realtà sono 5 le sigle rappresentative. A un confronto serio – conclude Di Meglio - non ci sottraiamo, ma sicuramente non siamo disposti a partecipare a un´assemblea ´al Colosseo´ in cui ancora una volta si finge di ascoltare”.
Roma, 17 giugno 2015
Ufficio stampa Gilda Insegnanti
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