Dopo la lettera scritta dai colleghi del Liceo Scientifico Fermi, pubblichiamo la lettera aperta dei docenti dell'Istituto Tecnico "S. Satta" di Nuoro, che ringraziamo per la semplicità e la chiarezza con cui rilevano che la distruzione della scuola pubblica statale non è un problema per gli addetti ai lavori, ma un disastro per tutti i cittadini italiani.
A difesa della scuola…
Cari genitori e alunni,
abbiamo pensato di scrivere questa lettera per spiegarvi i motivi della nostra protesta.
Da mesi noi docenti ci troviamo impegnati in una quotidiana e sfiancante lotta in difesa della Scuola Pubblica.
Il mondo della scuola è in rivolta, ma chi ha scritto la riforma continua ad ignorare il motivo del nostro dissenso e a rispondere “noi andremo avanti”, evitando il dialogo ed il confronto con le parti interessate.
Il DDL “La Buona Scuola” è stato approvato alla Camera dei Deputati in tempi brevissimi, senza tener conto del forte dissenso plebiscitario culminato nelle manifestazioni e nello sciopero del 5 maggio.
Alle tante critiche al DDL sulla scuola, il premier e il ministro Giannini sono soliti rispondere che il Governo assumerà 100.000 insegnanti precari; una difesa che effettivamente è molto forte dal punto di vista mediatico, ma che cela una sacrosanta verità, ossia che i precari saranno assunti comunque in seguito alla condanna della Corte Europea che obbliga l’Italia a stabilizzare chi insegna da anni e ha acquisito il diritto all’assunzione.
Tali neoassunti saranno immessi in ruolo con un contratto triennale di apprendistato e saranno soggetti alla chiamata diretta del dirigente scolastico che potrà scegliere i docenti in base alla propria soggettività e anche tutti coloro che oseranno chiedere un trasferimento o avranno la sfortuna di perdere posto nella loro scuola finiranno nel limbo degli albi territoriali. Allora, tutto questo è veramente la fine del precariato? Che fine ha fatto il valore della continuità didattica?
Inoltre, secondo la riforma, un docente potrebbe essere chiamato ad insegnare anche discipline per le quali non è abilitato….allora, dov’è la qualità dell’insegnamento? Questi sono problemi che riguardano non solo noi docenti, ma anche voi, cari genitori e alunni.
Il premier infine sostiene che verrà dato un bonus in denaro ai docenti meritevoli, ma finge di ignorare che i contratti sono fermi dal 2009 e che i docenti italiani hanno fra gli stipendi più bassi d’Europa, pur lavorando più giorni dei colleghi europei. Come si può parlare di merito in queste condizioni? La valorizzazione delle professionalità si attua soprattutto con il riconoscimento giuridico – economico dei diritti costituzionalmente garantiti, dalla libertà di insegnamento alla giusta retribuzione.
La scuola diverrà un’impresa, persone esterne potranno investire nelle scuole….
Ma voi credete veramente che nel nostro territorio che paga anni di crisi e di difficoltà economiche, ci saranno imprenditori che investiranno nelle nostre scuole, come accadrà invece in realtà più agiate della nostra? In questo modo sorgeranno scuole di serie A e di serie B, scuole che avranno tutto e scuole che non avranno niente. Nasceranno diseguaglianze in una delle poche istituzioni che dovrebbe garantire proprio l’uguaglianza e l’integrazione.
In realtà l’intento del Governo è quello di privatizzare la scuola: mezzo miliardo di euro andranno alle scuole private a scapito delle scuole pubbliche, nonostante le condizioni fatiscenti in cui queste ultime si trovano. Si contravviene così all’art. 33 della Costituzione che afferma: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.
Il DDL prevede inoltre il tirocinio gratuito per ragazzi ancora in obbligo scolastico, preferendo lo sfruttamento alla formazione.
La scuola non è un’azienda, né un’organizzazione gerarchica. La scuola è una comunità educante fondata sulle relazioni tra adulti e ragazzi. La scuola inoltre non è luogo di competizione, bensì luogo di serena collaborazione tra chi vi opera.
La riforma si limita ad affrontare solo alcuni aspetti di carattere organizzativo, ignorando invece che uno dei problemi fondamentali della scuola italiana è che non riesce ad insegnare a coloro che partono svantaggiati, tanto che il tasso di abbandono è del 17,6%.
Noi docenti condividiamo la volontà di cambiare nella prospettiva di un miglioramento del sistema, ma non possiamo accettare riforme calate dall’alto ed elaborate da chi non conosce le reali problematiche della scuola italiana.
Noi docenti crediamo nella scuola pubblica, ci dedichiamo ogni giorno con passione, non segniamo gli straordinari quando ci tratteniamo a scuola e lavoriamo oltre il nostro orario.
Noi facciamo un lavoro bellissimo con difficoltà, in una società in cui il nostro ruolo è stato declassato da anni di politiche sbagliate e tagli indiscriminati e il nuovo decreto legge sembra voglia dare il colpo di grazia ai principi di democrazia, libertà, solidarietà e merito che noi cerchiamo di insegnare ogni giorno ai nostri ragazzi.
I docenti dell’ITC “Satta” di Nuoro
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