"Invece di rispondere nel merito alle critiche poste nei confronti di un disegno di legge che è un mostro giuridico, Renzi fa opera di disinformazione, sferrando l'ennesimo attacco contro i sindacati accusati di voler scioperare per mantenere il loro potere nelle scuole.
Ma di quale potere si tratti, lo sa solo lui. Non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare e il presidente del Consiglio, dichiarando di non capire le ragioni della protesta e annunciando l'intenzione di scrivere una lettera ai docenti per spiegare la riforma, dimostra ancora una volta di preferire il monologo al dialogo.
A questo punto, gli lanciamo una sfida: faccia un referendum per sapere se gli insegnanti approvano o bocciano la sua Buona Scuola". È quanto afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
Tra i numerosi aspetti critici del ddl, Di Meglio richiama l'attenzione soprattutto sul reclutamento attraverso gli albi territoriali, che "farebbero perdere cattedra e titolarità, condannando gli insegnanti a essere precari a vita. Uno dei diritti fondamentali dei lavoratori – ricorda il coordinatore della Gilda – è di non poter essere trasferiti senza motivazione in un'altra sede di lavoro e con questa riforma c'è il rischio che, dopo tre anni di servizio in una scuola, un docente venga spostato in un altro istituto, lontano chissà quanti chilometri da casa, magari soltanto perchè risulta poco gradito al dirigente scolastico".
"Quella che è scesa in piazza sabato scorso a Roma – conclude Di Meglio – era la vera scuola italiana e se Renzi si ostina a non volerla ascoltare, stia certo che gli insegnanti rispediranno al mittente le lettere in arrivo da Palazzo Chigi".
Roma, 21 aprile 2015
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