Gilda

venerdì 17 aprile 2015

DDL riforma. Ieri il VII Commissione. M5S, non necessari albi regionali. SEL, no a gerarchizzazione. AP, sì a competizione



Anche ieri, in VII Commissione cultura alla Camera si è svolto il dibattito tra le forza parlamentari relativamente al DDL di riforma della scuola. Tra i gruppi intervenuti, il Movimento 5 stelle, Sinistra Ecologia e Libertà e Area Popolare.

Il M5S per voce dell'Onorevole Vacca ha attaccato le scelte del Governo di tagliare, nel DEF, la spesa per l'istruzione che risulta inferiore alla media europea ed evidenzia come una vera autonomia non possa essere attuata con l'attuale livello di finanziamento del settore dell'istruzione.

Il Vacca giudica negative le ulteriori funzioni conferite ai dirigenti che "già oberati di lavoro, non possono sostituirsi ai nuclei di valutazione per dare compiuti giudizi sulla didattica svolta da ciascun docente".
Per quanto riguarda l'organico funzionale ritiene che "si possa realizzare tramite il sistema di reclutamento vigente, senza dover ricorrere agli albi territoriali e alla chiamata diretta dei docenti". Infine, ritiene un espediente elettoralistico la carta elettronica del valore di 500 euro per l'aggiornamento del docente da utilizzare per acquisti o iniziative di carattere culturale, mentre per l'attuazione del Piano nazionale di formazione si spendono appena 40mln che corrispondono a circa 50 euro a docente.

Tra gli emendamenti annunciati, modifiche alle agevolazioni fiscali "che favoriscono l'accentuazione delle differenze tra scuola di «serie A» e scuole di «serie B»"; al sistema di finanziamenti previsto per le scuole paritarie, che vorrebbe eliminato o quantomeno limitato all'asilo nido o alla scuola dell'infanzia.

Per il gruppo SEL, è intervenuta la deputata Pannarale

Anche lei si è concentrata sulla'autonomia, che non vede legata all'aumento di poteri al dirigente e soprattutto, concordando col M5S, non vede corrispondere  alla sua "esaltazione ripetuta" un'adeguata dotazione di risorse. L'aumento di poteri al dirigente segue, secondo la Pannarale, "una logica di compressione degli spazi democratici, in analogia con quanto osservato a proposito di altre recenti riforme promosse dal Governo". "Viceversa - afferma - la responsabilità del dirigente deve essere esercitata all'interno di un contesto di collegialità e condivisione, bandendo il concetto di gerarchizzazione, che invece occhieggia in ogni articolo del presente disegno di legge." Infine, sulla la chiamata diretta dei docenti ritiene che "pregiudicherà la libertà di insegnamento e li assoggetterà a quell'impostazione gerarchica che ha appena richiamato, incentivando deleteri meccanismi di competizione."

Competizione alla quale, invece, fa l'occhiolino Ferdinando Adornato, del gruppo AP. Secondo il deputato, la competizione tra i docenti è "l'unica strada per garantire qualità ai livelli dimensionali della nostra collettività". L'attuale riforma è, secondo Adornato, la prosecuzione dell'autonomia di Luigi Berlinguer che obbediva alla esigenza di combattere "l'egualitarismo" tra le scuole. La riforma Renzi, che nella visione dell'onorevole di "Area Popolare", con gli albi territoriali e la chiamata dei dirigenti prende isperazione anche da Tony Blair

Si finanziamenti alle scuole non statali, Adornato ritiene afferma che tutte le scuole "stanno sul mercato e le famiglie" devono essere "messe in condizioni economiche paritarie, in modo da poter scegliere la scuola che preferiscono, pubblica o privata, cattolica o non".
(da OrizzonteScuola)

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