Il nulla di fatto su reclutamento e abilitazioni, di ieri sera, nel Consiglio dei ministri, gioca negativamente sul destino professionale di decine di migliaia di persone e sul regolare avvio del nuovo anno scolastico. Doveva essere utilizzato il primo veicolo normativo utile: queste le intese nell´accordo sottoscritto al MIUR.
Ci risulta che il Ministro dell´Istruzione abbia reso noti per tempo sia i testi da assumere come emendamento in un provvedimento di legge in corso d´esame, sia le ragioni d´urgenza di cui tenere conto per garantire tempestività ed efficacia alle misure individuate. Evidentemente non vi è stato in Consiglio dei Ministri un sufficiente coordinamento, il che chiama in causa direttamente le responsabilità del Presidente del Consiglio.
A questo punto non possiamo non ricordare al Premier gli impegni assunti, a nome del Governoda lui presieduto, con la sottoscrizione dell´intesa del 24 aprile a Palazzo Chigi: in particolare quello di riconoscere e valorizzare l´esperienza di lavoro del personale precario, individuando modalità che agevolino l´immissione in ruolo di chi lavora nella scuola da più di 36 mesi.
L´intesa tra sindacati e MIUR nasce da questi presupposti portandoli a sviluppo coerente. Non è possibile che il positivo confronto al tavolo tematico sul reclutamento sia messo in discussione e vanificato da dialettiche interne alla maggioranza che spetta al Presidente del Consiglio gestire e
risolvere.
Decine di migliaia di precari attendono giuste risposte alle proprie attese, ma è la scuola come sistema ad aver bisogno in tempi brevi di stabilità e certezze per quanto riguarda la gestione del personale, condizione indispensabile per poter funzionare al meglio.
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