“Contestiamo con forza la definizione degli ambiti territoriali che ci è stata illustrata questa mattina al Miur”. Così la Fgu-Gilda degli Insegnanti commenta l´esito dell´incontro che si è svolto a viale Trastevere su ambiti territoriali e mobilità.
“I criteri che il tavolo tecnico del Miur avrebbe predisposto per la costituzione degli ambiti – spiega la delegazione del sindacato che ha partecipato all´incontro – rappresentano una grave minaccia per il diritto dei docenti alla titolarità della cattedra nella propria scuola. E´ chiaro che i parametri individuati dal ministero sono funzionali alla chiamata diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici, uno dei pilastri su cui si fonda la legge 107 e contro cui continueremo a batterci con ogni strumento possibile”.
Ecco i criteri delineati dall´amministrazione per la definizione degli ambiti territoriali:
- non potranno avere territorio di province o regioni diverse;
- dovranno comprendere scuole del primo e del secondo ciclo;
- non dovranno includere al loro interno un numero non superiore a 40mila allievi, con deroga a 60mila nelle città metropolitane;
- non dovrebbero avere una popolazione scolastica inferiore a 22mila alunni;
- dovranno comprendere singole istituzioni nella loro interezza;
- si prevedono deroghe per le 4 province al di sotto di 22mila allievi (Gorizia, Isernia, Verbania, Oristano).
“Per citare soltanto qualche esempio, secondo questo schema, – incalza la Fgu-Gilda – Napoli sarebbe suddivisa in 26 ambiti, Roma in 25, Foggia in 6, Avellino in 4, Nuoro in 2. Rispetto ai distretti attuali che sono circa 800, si passerebbe a circa 380 ambiti se si tenesse conto del numero medio degli allievi senza deroghe. Ovviamente spetterà agli Uffici scolastici regionali applicare i criteri e definire gli ambiti. Ma appare subito evidente che, se i parametri resteranno questi, ci saranno migliaia di docenti costretti a estenuanti, quanto impossibili, trasferte per raggiungere la sede di lavoro. La provincia di Nuoro, per esempio, è troppo vasta per essere divisa in appena 2 ambiti. Rispetto, poi, al criterio riguardante la popolazione scolastica, basta citare il caso della Val Camonica dove il numero di alunni è inferiore a 22mila e tra una scuola e un´altra la distanza può arrivare fino a 70 chilometri. Non appena definiti i provvedimenti - conclude il sindacato – ci rivolgeremo alla magistratura per impugnarli.”.
Roma, 3 dicembre 2015
Ufficio stampa Gilda Insegnanti
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