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mercoledì 9 settembre 2015

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Oristano, la denuncia di Gilda: undici precari costretti a lasciare l’isola

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Almeno venti insegnanti oristanesi saranno costretti a lasciare la provincia di residenza. Di questi, undici faranno le valigie per trasferirsi nel Nord Italia con il nuovo piano di assunzioni del Governo. “Anche ad Oristano è cominciata la deportazione degli insegnanti nel Continente – scrive in un comunicatoGianfranca Frau, responsabile provinciale dell’associazione di insegnanti Gilda – e siamo solo alla fase B. A chi è andato ‘bene’ è stato assegnato alla provincia di Nuoro (1) , Sassari (3), le altre/gli altri Bergamo, Milano (2), Pavia, Venezia, Torino (almeno 2) , Como (almeno 2), Cuneo, Piacenza. E la Ministra continua ad affermare che i trasferimenti fuori provincia sono pochi…”
Secondo la nota del sindacato, quasi tutti i precari oristanesi che hanno ottenuto l’immissione a ruolo grazie al piano di assunzioni della riforma detta ‘Buona Scuola’ hanno comunque ricevuto un incarico annuale dall’Ufficio Scolastico Provinciale, per cui per quest’anno rimarranno in provincia e dovranno emigrare il prossimo anno; solo una di loro ha rinunziato all’incarico per raggiungere da subito la sede di Sassari.
“Il paradosso – prosegue Frau – è che i precari che rientreranno nella fase C della Buona Scuola, quella che partirà da novembre, nonostante i punteggi più bassi hanno maggiori possibilità di ottenere una cattedra nella nostra provincia. Ma ci risulta che molti non hanno presentato domanda per partecipare alla ‘lotteria’ dell’assunzione in ruolo chissà dove, hanno preferito rischiare ed aspettare i prossimi anni le nomine eventuali dalla graduatoria ad esaurimento nella propria provincia dove volontariamente si erano iscritti. Altri eviteranno la ‘deportazione’ solamente se i Dirigenti conferiranno tempestivamente gli incarichi annuali di loro competenza. E sarebbe stata cosa più giusta e naturale che prima (anche con l’organico di potenziamento) fossero stati assegnati i posti nella provincia di iscrizione nella graduatoria e poi, per chi non trovava posto ad Oristano, consentire di chiedere liberamente di andare in altra provincia per passare di ruolo. D’altra parte così è stato per i Dirigenti Scolastici, coloro che non hanno trovato posto per l’assunzione nella loro regione, oggi possono chiede di essere assunti in altre regioni, anche in Sardegna. Possono, se vogliono!”.
I sindacati e le associazioni annunciano battaglia su tutti i fronti: “La legge 107 della cosiddetta ‘Buona Scuola’ ha creato questa come tante altre ingiustizie ed assurdità contro le quali come Gilda ci stiamo battendo e continueremo a batterci con tutti i mezzi legali disponibili compresi i tribunali. A livello nazionale i sindacati rappresentativi hanno già presentato ricorsi al TAR Lazio, altrettanto stiamo facendo nelle province con ricorsi ai Giudici del Lavoro. E poi nelle scuole abbiamo iniziato la resistenza attiva: la Gilda ha invitato colleghe e colleghi a dimettersi dagli incarichi affidati dai dirigenti, a procrastinare, con una serie di motivazioni giuridiche, l’elezione del Comitato di valutazione che, com’è noto, comprende, grazie alla ‘Buona scuola’ , anche genitori ed alunni che nulla sanno di pedagogia e di didattica perché questo non è il loro mestiere. O facciamo forse valutare i giudici dagli imputati e i medici dai pazienti?”.
Polemica anche sulle nuove competenze affidate ai ‘presidi manager’ che possono, grazie alla riforma, effettuare le chiamate dirette degli insegnanti dagli ambiti territoriali: “Rivendichiamo invece l’imparzialità della pubblica amministrazione sancita dall’art. 97 della Costituzione, senza esporre la scuola, il personale e gli stessi dirigenti a possibili episodi di nepotismo, favoritismi, lottizzazioni, clientelismo tipico del mondo politico, abusi, arbitrii, episodi di corruzione, visto quelli di cui tutti i giorni la Magistratura deve occuparsi in Italia, e che tutti i giorni leggiamo sulla stampa e sentiamo nei TG, ricatti che potrebbero subire gli stessi dirigenti. Introduce, la legge della mala scuola, il malaffare nella scuola che finora ne era rimasta esente. Queste in sintesi le motivazioni principali della mobilitazione senza precedenti nella storia della scuola repubblicana che ha caratterizzato l’anno scolastico appena trascorso e che continuerà anche questo anno senza soluzione di continuità”.

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