Gilda

domenica 17 maggio 2015

Il Presidente mi ha scritto. Io rispondo.

Caro Matteo, 

NO al preside sceriffo- podestà - faraone - padre padrone.
Critico aspramente e respingo con forza la previsione del Super Preside Sceriffo,  podestà,  faraone, padre-padrone competente su tutto, col potere di vita e di morte, di assumere, valutare   e licenziare, sia i nuovi assunti ma anche gli insegnanti già di ruolo condannati o all'immobilizzazione nelle sedi attuali, o ad entrare nel girone dantesco degli albi territoriali (o ambiti territoriali che dir si voglia) alla  mercé  dei Dirigenti Scolastici, in una scuola concepita come caserma.
NO alle liste di proscrizione degli albi territoriali o ambiti territoriali (Fedinando Imposimato).
NO alla precarizzazione di tutto il Personale della scuola.

SI invece all'imparzialità della  pubblica  amministrazione prevista dall'art. 97 della Costituzione, senza esporre  la scuola, il personale e gli stessi dirigenti a possibili nepotismi,  favoritismi, lottizzazioni, clientelismo tipico del mondo politico, abusi, arbitrii,  episodi di corruzione, visto quelli di cui tutti i giorni la Magistratura deve occuparsi in Italia, ricatti  che possono subire  i dirigenti in molte zone del paese dove la malavita la fa da padrone.

NO al Super Preside (sceriffo-podestà - faraone), a capo della piramide medioevale con gli insegnanti relegati al ruolo di servi della gleba, espropriati persino del diritto costituzionalmente garantito della libertà d'insegnamento  e pieno riconoscimento del ruolo tecnico del Collegio Docenti.

Presidi a loro volta come marionette in mano ai Direttori Generali e questi, del Governo  in uno spoiler system portato alle estreme conseguenze.
NO a una scuola aziendalistica: la scuola non sforna bulloni nè macchine, ma educa e forma cervelli, donne e uomini, cittadini liberi e pensanti.

SI al rispetto dell'art.  33 della Costituzione che prevede che l' arte e la scienza sono liberi e libero ne è l'insegnamento.
NO alla valutazione degli insegnanti da parte di genitori e alunni perchè la pedagogia e la didattica non sono il loro mestiere.
O forse facciamo giudicare i giudici dagli imputati e i medici dai pazienti?

​NO a  una organizzazione aziendalistica e, in maniera dirompente, competitiva, 

​SI  invece ​a ​mantenere e consolidare, nella scuola dell'autonomia, la configurazione di comunità cooperativa ed educante che già il legislatore le ha dato nei decreti delegati del 1974, rafforzando, invece che smantellarli, gli Organi Collegiali con la forte presenza degli Insegnanti e dell'altro Personale della Scuola.


​NO  a modelli di gestione autoritaria che stravolgono i principi di un’autonomia fondata sulla collegialità, la cooperazione e la condivisione;



​NO alla ​provocatoria introduzione del voucher di 500 € annui ad ogni insegnante per l'acquisto di materiale per l'aggiornamento.


​NO all'elargizione del Principe, 


​SI invece al rinnovo del contratto, scaduto da 7 anni, ​stipulato con i Rappresentanti dei Lavoratori della Scuola i quali   si organizzano liberamente nei Sindacati come garantito dalla Costituzione ​ ​per una giusta valorizzazione del lavoro nella scuola, e che  il 5 maggio hanno dimostrato di rappresentare gli interessi dell'80% dei lavoratori​ della scuola;



​NO  allo  schol-bonus e ​al​la detraibilità per le rete  scolastiche  che altro non è che il dirottare verso le scuole private ingenti risorse che vengono sottratte alla scuola pubblica la quale viene affossata, mentre quella privata deve sì esistere ma, come stabilisce la Costituzione, senza oneri per lo Stato.


NO a incursioni per legge su materie soggette a disciplina contrattuale, come le retribuzioni e la mobilità del personale;

SI allo Stralcio delle norme per l' assunzione dei precari e organico funzionale 

NO a lasciar fuori le Gae dell'Infanzia, gli abilitati PAS e TFA, gli idonei del concorso e i destinatari della sentenza della Corte Europea, gli inclusi in 2* fascia d'Istituto, che in questi tanti anni hanno garantito il regolare funzionamento della scuola.

SI all'avvio di una strategia di forte investimento su istruzione e formazione, recuperando il gap che separa l’Italia dagli altri paesi europei.

Manco la destra è arrivata a fare cose simili!

La Buona scuola siamo NOI!

Matteo, stai sereno!
Cordialmente

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