Le graduatorie GPS per le supplenze sono state pubblicate con una serie infinita di errori: nominativi mancanti, punteggi assolutamente assurdi ed impossibili, titoli valutati più volte, verifiche superficiali se non inesistenti e tanto altro ancora al punto che lo stesso Ministero ha dovuto invitare i vari uffici provinciali ad effettuare le verifiche del caso e a correggere quelle che avrebbero dovuto essere considerate graduatorie definitive a tutte gli effetti.
Sicuramente a tutto ciò ha contribuito sia l’inesperienza dei diretti interessati, molti dei quali si sono affacciati per la prima volta al mondo della scuola e alla sua complicata burocrazia, sia un programma informatico costruito in fretta e furia che non ha retto allo stress dovuto alle centinaia di migliaia di accessi in un tempo ridotto a due sole settimane; non si tratta solo di questo però.
L’enorme sbaglio a monte di queste GPS lo si può ricercare nelle modifiche apportate dalle varie tabelle che sono intervenute a gamba tesa su di un sistema in equilibrio “precario” modificando le regole ritenute ormai consolidate e sconvolgendo molte delle certezze acquisite nel passato.
Non si tratta solo di quelle più evidenti legate al ridimensionamento del punteggio (diventato un terzo rispetto al passato) riconosciuto ai corsi di perfezionamento o di specializzazione universitari, o alla drastica riduzione dei titoli artistici o al peso eccezionalmente elevato assegnato a titoli universitari quali il dottorato o assegni di ricerca che prima non erano nemmeno riconosciuti. Senza contare poi che, a tali titoli universitari, non è stata posta nessuna limitazione o punteggio massimo con il risultato che in alcuni casi ad un assegno di ricerca rinnovato di mese in mese sono stati attribuiti 12 punti ad agni rinnovo.
Oltre ai titoli culturali, le modifiche hanno riguardato anche i titoli di servizio con l’aggravante che queste variazioni, applicate a ritroso anche su servizi già dichiarati in passato dagli interessati, non sono mai state discusse con nessuno e non sono del tutto chiare e trasparenti ma sono venute fuori in corso d’opera se non al solo momento della pubblicazione.
In particolare si tratta dell’estensione del punteggio relativo al servizio svolto su sostegno a tutte le classi di concorso dello stesso ordine (prima era valido solo su di una sola classe di concorso ) e della possibilità di ottenere 12 punti anche come servizio aspecifico ( prima il massimo era 6 ) e della possibilità di valutare come specifico tutti i servizi effettuati in contemporanea su più classi di concorso ( prima l’interessato doveva per forza sceglierne uno solo come specifico ).
Facciamo un esempio di quanto sia stata rilevante questa modifica considerando un collega di lingue straniere che ha lavorato 3 anni su media francese ( AA25), due anni sostegno superiori inglese ( AB24 ), 5 anni con servizio contemporaneo su media francese ( AA25 ) e medie inglese (AB25 ) e nessun servizio su spagnolo medie e superiori ( AC24 e AC25)
Con le vecchie regole avrebbe avuto nelle varie classi di concorso i seguenti punteggi;
AA24 | AA25 | AB24 | AB25 | AC24 | AC25 |
60 | 108 | 72 | 60 | 60 | 60 |
Con le nuove regole allo stesso servizio corrispondono i seguenti punteggi:
AA24 | AA25 | AB24 | AB25 | AC24 | AC25 |
102 | 108 | 102 | 90 | 102 | 90 |
Le differenze sono evidenti e si commentano da sole…0 anni di spagnolo diventano pari a 9
Tutto ciò senza che nessuno ne abbia mai fatta esplicita richiesta e senza aver trattato l’argomento durante il fugace confronto con le OO.SS.
A rendere ancor più inspiegabili ed illogiche tali modifiche, sta il fatto che i vantaggi maggiori sono attribuiti a chi ha svolto servizio su sostegno o sul calcolo del servizio aspecifico, in totale contraddizione con le scelte effettuate dallo stesso ministero per quanto concerne le procedure concorsuali ove tale tipologia di servizio non solo non viene assolutamente valutata, ma il servizio svolto solo su sostegno non è stato nemmeno ritenuto utile ai fini dell’accesso ai concorsi straordinari riservati a docenti con almeno tre anni di servizio.
Si capisce quindi lo stupore dei precari storici abituati a ben altre regole e non convince del tutto la risposta del Ministero che cercando di minimizzare i disagi causati fa pensare a quella telefonata del maggiordomo: “la casa sta bruciando, ma va tutto bene Madama la Marchesa”.
Gli errori si correggono, ma gli sbagli si pagano, e prima o poi qualcuno chiederà conto dell’operato di questa amministrazione.
(da InfoDocenti.it)
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