Alessandro Giuliani Martedì, 12 Luglio 2016su La Tecnica della Scuola
A quasi due mesi di distanza dall’attesa udienza del 18 maggio scorso sull’abuso di precariato, la Consulta finalmente si pronuncia bocciando le supplenze reiterate.
In attesa ancora del testo della sentenza, nella serata del 12 luglio sul sito internet della Corte Costituzionale è stato pubblicato un comunicato che dà sostanzialmente ragione ai ricorrenti che si erano rivolti alla Corte di Giustizia europea.
Il comunicato, infatti, ritiene che è illegittima, Costituzione alla mano, la normativa italiana che disciplina le supplenze del personale docente e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nella parte in cui "autorizza, in violazione della normativa comunitaria, il rinnovo potenzialmente illimitato di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale Ata, senza che ragioni obiettive lo giustifichino".
La pronuncia della Corte Costituzionale é però "stata limitata", sia per effetto della sentenza Mascolo, sia per quanto prevede la "Buona Scuola", la Legge 107/2015 attraverso cui sono stati immessi in ruolo in via straordinaria circa 56mila docenti precari.
“La pronuncia di illegittimità costituzionale – si legge ancora nel comunicato - é stata limitata poiché l'illecito comunitario è stato cancellato, come da decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea che ha interpretato la normativa comunitaria in materia di contratti a tempo determinato (sentenza Mascolo). Difatti, per quanto riguarda il personale docente la normativa sulla "buona scuola" prevede la misura riparatoria del piano straordinario di assunzioni, mentre per quanto riguarda il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario prevede, in mancanza di analoga procedura di assunzione, il risarcimento del danno”.
Da una prima interpretazione, sempre in attesa del testo della sentenza, si comprende quindi che l’assunzione dopo 36 mesi su posto vacanti, in presenza dei titoli d’accesso, va fatta. E le norme che hanno contraddetto questo principio, sancito dalla corte europea, sarebbero illegittime.
Quello che non si capisce è come si fa a spiegare ai tanti ancora non assunti, da alcune stime attendibili sarebbero oltre 100mila, che il Governo ha sanato il problema con la stabilizzazione di un consistente nucleo aggiuntivo di insegnanti. E che tutti gli Ata, per i quali è stato avviato il ricorso in UE, si debbono accontentare di 12 mensilità di risarcimento.
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