Riflettori puntati su carriera, merito, valutazione, formazione, autonomia scolastica, precariato e alternanza scuola/lavoro al convegno della Gilda degli Insegnanti che si è svolto lunedì 6 ottobre al Centro Congressi Cavour di Roma.
Filo conduttore degli interventi è stato il ruolo dell´insegnante che non può essere ridotto a mero educatore, come prospettato dalle linee guida del governo "La Buona Scuola", ma che invece deve trasmettere cultura e sapere. Un concetto espresso chiaramente da Adolfo Scotto Di Luzio, docente di Storia delle istituzioni scolastiche ed educative all´università di Bergamo, che ha puntato l´indice contro la proposta, avanzata dal documento del Governo, di scambio tra le circa 150mila assunzioni dei precari e la modifica dello stato giuridico dei docenti. "Bisogna restituire importanza alle conoscenze disciplinari e alla cultura che la scuola è deputata per sua natura a trasmettere", ha sottolineato Di Luzio.
Giorgio Israel, membro dell´Académie Internationale d´Histoire des Sciences e già professore dell´università "La Sapienza" di Roma, ha posto l´accento sull´importanza di un rapporto tra docente e alunno in grado di formare il senso critico degli studenti. Per Israel l´insegnamento "standardizzato" è da bocciare e bisogna lasciare libero il docente di trasmettere conoscenza in un rapporto costruttivo con l´alunno. Israel si è soffermato anche sul tema della valutazione che deve essere affidata a un ente esterno e deve riguardare non il metodo di insegnamento, ma le competenze degli insegnanti nelle loro discipline.
Tra i relatori anche Fabrizio Reberschegg, presidente dell´Associazione Docenti Art.33, che ha posto in evidenza le criticità dell´autonomia scolastica e ha attaccato il cosiddetto successo scolastico garantito che rischia di diventare un grimaldello per abbassare il livello della qualità dell´istruzione.
Gianluigi Dotti, responsabile del Centro Studi Gilda, ha parlato della valutazione nelle scuole che non deve rispondere alle esigenze del territorio e alle richieste di dirigenti scolastici e famiglie, secondo una logica meramente utilitaristica.
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, ha ribadito il secco rifiuto allo "scambio proposto dal governo": "Renzi ci mette di fronte a qualcosa a cui non possiamo dire di no, cioè all´assunzione dei precari, ma in cambio ci propina la dequalificazione della scuola pubblica, con insegnanti che diventano meri educatori. E´ assurdo - ha detto Di Meglio - premiare gli insegnanti per progetti e gite e non per l´insegnamento. Se non si punta sul miglioramento delle competenze degli studenti, si ottiene l´effetto contrario della buona scuola".
Presenti al convegno anche l´ex ministro dell´Istruzione e deputato del Partito democratico, Giuseppe Fioroni, e Silvia Chimienti, deputata del Movimento Cinque Stelle.
"Bisogna ripensare al meccanismo sugli scatti di merito - ha detto Fioroni - lo Stato deve investire risorse sull´aggiornamento degli insegnanti per renderlo obbligatorio e deve rivedere la valutazione per ottenere gli scatti di carriera".
Secondo Chimienti il progetto del Governo "La Buona scuola", è caratterizzato da "una logica ricattatoria, una mercificazione del sapere e una logica aziendalistica della scuola. La buona scuola che vogliamo è aperta, inclusiva, premia i meritevoli ma aiuta chi è in difficoltà e deve essere fatta da docenti innamorati del loro lavoro e con stipendi dignitosi".
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