Dopo la proposta del Ministro Giannini di rivisitare "con coraggio", afferma, il modello scatti d'anzianità, sostituendolo con una ancora non ben definita meritocrazia, i sindacati rispondono mettendo i dovuti paletti.
La FLCGIL, per bocca del segretario Pantaleo, afferma che "queste idee meritocratiche, queste vecchie impostazioni di stampo gelminiano non tengono conto della realtà, ovvero che il contratto nazionale della scuola è bloccato dal 2006 e che gli stipendi degli insegnati italiani sono tra i più bassi d’Europa", e come l'anzianità di servizio sia parte integrante nei vari paesi europei del percorso della carriera dei docenti.
Massimo Di Menna abbraccia l'idea di una valorizzazione del lavoro degli insegnanti, ma, partiamo da uno stipendi la cui media è di 1.300 euro al mese. "Se davvero si vuole promuovere il merito occorrono risorse". Afferma.
Chiara anche la posizione della Gilda, che di abolizione degli scatti di anzianità non ne vuol sentire parlare, anzi, rilancia, proponendo che i docenti raggiungano il massimo stipendiale già a metà carriera.
Altro che cancellazione, gli scatti stipendiali non si toccano, e la Gilda confida che per il futuro il Governo si adoperi perché il personale raggiunga il massimo stipendiale a metà carriera, così come avviene nella maggior parte dei sistemi d’istruzione europei.
E di europeismo, ci pare, Scelta civica ne è satura.
Insomma, se in buongiorno si vede dal mattino, siamo alla vigilia di una stagione davvero calda per la scuola.
(da: OrizzonteScuola)
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