"Sul piano di assunzioni regna il caos e la responsabilità è tutta da imputare a una legge sbagliata voluta da un governo che, ignorando i meccanismi complessi della scuola, ha avuto la presunzione di scriverla senza dare ascolto a chi, invece, conosce bene questo mondo. E adesso a farne le spese sono i precari".
Ad affermarlo è la Gilda degli Insegnanti, che rispedisce al mittente le critiche lanciate ai sindacati dal ministro Giannini.
"Sono decine di migliaia i precari che in questi giorni stanno affollando le nostre sedi in tutta Italia per ottenere chiarimenti sulle immissioni in ruolo, soprattutto per quanto riguarda le fasi B e C. La maggior parte degli insegnanti- spiega la Gilda - non si rivolge ai nostri uffici per avanzare richiesta di assunzione, ma per sapere dove sono disponibili i posti e per capire cosa accade nel caso in cui si decida di non presentare domanda. Come avevamo previsto, incertezza e confusione la stanno facendo da padrone e per questo, subito dopo aver esaminato la riforma, avevamo cercato in tutti i modi di convincere Governo e Miur a trovare soluzioni diverse".
"La stragrande maggioranza dei precari - prosegue la Gilda - è scontenta non perché il posto di lavoro proposto è lontano da casa, ma per l´iniquità delle assegnazioni che non avvengono in base al punteggio, ma alle fasi delle assunzioni previste dalla riforma. Non dimentichiamo inoltre il problema, ancora da risolvere, dell´esonero dei vicepresidi che per i primi due mesi del prossimo anno scolastico potrebbero essere in classe a insegnare e poi, con l´introduzione dell´organico potenziato, lasciare la cattedra, in barba alla continuità didattica tanto invocata da Giannini e Renzi".
Secondo la Gilda, dunque, il piano di assunzioni, cavallo di battaglia della cosiddetta "Buona Scuola", rischia di rivelarsi un fallimento e di provocare gravi ripercussioni sull´avvio dell´anno scolastico.
Roma, 5 agosto 2015
Ufficio stampa Gilda degli Insegnanti
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