La Gilda nuorese interviene in vista della fatidica scadenza del 14 agosto
Di Patre e Meloni: «Abbiamo assistito alla latitanza della Regione Sardegna»
Scuola, emergenza precari
«Un’emigrazione di Stato»
di Kety Sanna - NUORO Ieri, nell’aula magna del Liceo Scientifico, si è svolto l’ultimo di una serie di incontri con i docenti precari organizzati, in questo bollente mese di agosto, dalla Gilda di Nuoro per offrire chiarimenti utili in vista della fatidica scadenza del 14 agosto, quando i circa 3500 docenti sardi inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, dovranno avere messo in fila le 100 province italiane secondo le loro “preferenze”, in attesa che lo Stato decida per loro in quale territorio potranno aspirare ad essere scelti da uno dei nuovi “presidi baroni” creati dalla Legge 107 del 2015 ossia della “Buona scuola”.
Alle assemblee organizzate dalla Gilda, tenute dalla vicecoordinatrice nazionale Maria Domenica Di Patre e dal responsabile regionale Gianfranco Meloni e affollate di docenti provenienti da tutte le parti della Sardegna, è emerso il dirompente quadro di un’autentico terremoto esistenziale e sociale innescato deliberatamente dallo Stato.
I numeri.
Stando ai numeri delle procedure di stabilizzazione, infatti, gli aspiranti al ruolo inseriti nelle Graduatorie ad Esaurimento della Sardegna sono circa 3500, a fronte di una disponibilità per le immissioni in ruolo nelle cosiddette fasi 0 e A pari a circa 1000 posti.
La nomina in ruolo di questi 1000 docenti ha luogo utilizzando per il 50% le liste dei vincitori del concorso ordinario, molti dei quali non risultano anche in GaE, perciò, dopo le operazioni di stabilizzazione della fase 0 e della fase A, resteranno comunque senza una cattedra oltre 2000 precari sardi, molti dei quali, dopo anni di servizio, saranno catapultati in una delle restanti 96 province del territorio nazionale, in virtù di quella che appare un’autentica emigrazione o deportazione di Stato.
Questi nuovi migranti sono in larga parte donne di un’età media di 42 anni e con almeno un figlio a carico, ma vi sono anche cinquantenni con genitori disabili e, comunque, famiglie destinate ad essere divise.
Le possibilità. «Dalle novità di questi ultimi giorni – sottolineano i sindacalisti – sembrano essere in parte limitati i movimenti immediati.
Il provveditorato infatti sa sapere che da fine agosto ai primi di settembre verranno calendarizzate le supplenze per incarichi superiori alle 6 ore e successivamente i presidi si dovranno adoperare in tal senso (si spera in tempi rapiti) perchè vengano dati subito gli incarichi residui. In tutti i casi – sottolineano – sia che si tratti di incarichi del provveditore che dei presidi, anche di sole due ore purchè annuali, rappresentano una sorta di scudo nei confronti di questo esodo immediato legato a un’eventuale convocazione nella fase B che dovrebbe consumarsi entro il 15 settembre.
La fase C ha invece una tempistica più lenta – sottolineano – perchè propedeutica ad essa è la delibera dei collegi dei docenti che dovranno ancora convocarci per la formazione del cosiddetto organico potenziato».
Le strategie da usare. «È vero che oggi per molti insegnanti fare una scelta di questo tipo è preoccupante ma – aggiungono i rappresentanti della Gilda – dovrebbe succedere che chi, pur avendo presentato la domanda, verrà coinvolto nella fase delle nomine annuali siano del provveditore che del dirigente scolastico, non deve fare le valigie. Potrà usare la nomina già avuta come scudo. Sempre secondo il ministero – spiegano – a marzo i docenti che hanno avuto una nomina in loco, nonostante sia stata assegnata loro una sede fuori dalla propria regione, potranno fare domanda di mobilità.
Non c'è più contesto di titolarità se non di albo territoriale la cui natura è ancora del tutto sconosciuta. A marzo quindi si potrà fare la domanda di mobilità con discrete possibilità di successo, visto che l'organico nel frattempo sarà stato espanso con il concetto di potenziamento più il turnover di circa 40mila persone che andranno in pensione dal settembre 2016.
Questo – proseguono i sindacalisti – permetterà un rientro a casa o, comunque, un riavvicinamento. Se poi a marzo non dovesse andare bene c'è tempo per la mobilità estiva, dell'organico di fatto, con domande di assegnazione provvisoria. Quest’anno andranno in pensione 30mila colleghi e per il prossimo anno se ne prevedono 10mila in più».
Le conseguenze. Diverse le situazioni per chi decidesse di non presentare la domanda. Più innocue per l'Infanzia perchè esclusa dal potenziamento vista la delega in bianco. Per tutti gli altri ordini della scuola, chi non farà domanda rimarrà in GaE anche se non sono ben chiare le sorti che toccheranno a queste graduatorie.
Il silenzio della Regione. «Dopo aver recentemente assistito in silenzio allo scippo di centinaia di cattedre di organico di fatto, perpetrato da una Direzione scolastica regionale matrigna, che regala ad altri le proprie risorse – concludono i coordinatori della Gilda – la Regione Sardegna dovrebbe ora interrompere la propria inspiegabile indifferenza a questo esodo annunciato ed impugnare, come già fatto da altre regioni italiane, questa assurda legge contro la scuola e contro la nostra isola».
E con simili premesse è scontato che anche nelle scuola sarde ci sarà da attendersi un autunno molto caldo. Forse il più caldo di sempre.
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