Prendiamo volentieri, come definizione della cifra di questo numero del giornale, l’invito perentorio di Fabrizio Reberschegg nel suo articolo Passate le elezioni europee. Manca ancora l’Europa, ma forse possiamo cercare di essere europei, in cui, tracciata la situazione del dopo elezioni in Europa, egli suggerisce che si possa intraprendere un percorso di costruzione dell’identità europea, a condizione, appunto, di studiare, studiare, studiare.
Condizione che riteniamo di dover, categoricamente, allargare a tutti gli aspetti della vita di questo nostro mondo nuovo, ma assai arretrato, se ha deciso che la conoscenza rigorosa, la serietà degli approcci scientifici non valgano più, a fronte dell’esplosione di istinti ed emotività cattivi. Un mondo che Fabrizio Tonello, nel suo nuovo libro Democrazie a rischio. La produzione sociale sociale dell’ignoranza, Pearson 2019, definisce “sempre più confuso, incomprensibile, violento, in una parola ignorante”, vittima di una ignoranza crescente, di una incapacità di fare le scelte giuste e in definitiva di annullare le democrazie. Renza Bertuzzi, Com(battere) l’ ignoranza.
Studiare è ancora necessario per orientarsi nella vita e dunque la scuola deve riprendere il timone di quella funzione che si è protratta nei secoli fino ad arrivare a questo secol superbo e sciocco, che ha ritenuto di snaturare lo scopo dell’ istruzione, annacquando la cultura che a scuola dovrebbe imperare, semplificandola, riducendola a chiacchiera, leggerezza e competenza. Quella scuola che, così ridimensionata, non dovrebbe più avere bisogno di Maestri, essendo sufficienti gli influencer, un imbarbarimento contro il quale ha scritto un bel libro Gustavo Zagrebelsky, Mai più senza Maestri, Il Mulino 2019, che Fabrizio Reberschegg recensisce in Servono ancora i Maestri, non i semplici comunicatori. Sono necessari insegnanti, per la cui selezione, però, ragiona Adolfo Scotto Di Luzio, sia stato sciolto il nodo della professionalità, tra merito e servizio, Il nuovo reclutamento degli insegnanti. Studiare, ancora, per mantenere i contatti con il passato, come argomenta in un articolo cristallino, Frank Furedi, sociologo di fama internazionale emerito all’ Università di Kent, che inizia, con questo contributo, la sua collaborazione con il nostro giornale, Un´educazione che taglia i ponti con il passato non è educazione, tradotto da Alberto Dainese. Per non tagliare i ponti, ecco il tradizionale Convegno, che la Gilda ha sempre riservato alla Giornata mondiale dell’ insegnante, dedicato quest’ anno alla Storia, C’è futuro senza la Storia?, Gianluigi Dotti, un momento di riflessione con storici di vaglia, che intende continuare la battaglia intrapresa dalla stampa e dalla nostra Associazione contro l’ abolizione della traccia di storia negli Esami di Stato. Storia (e Geografia) per capire che I vecchi muri non servono a nulla, Fabrizio Tonello; Storia per leggere, dalla corretta angolazione, il libro vincitore del Premio Strega 2019, M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati. Maneggiare con cura, Fabrizio Reberschegg, e per conservare memoria persistente del rapporta tra M. e le leggi per “ la difesa della razza”, emanate nel 1938, in anteprima rispetto alla Germania nazista, come ci ricorda, a contraltare, Piero Morpurgo, 1938: studenti e insegnanti ebrei cacciati da scuole e università.
Nel nostro piccolo, anche Rino Di Meglio per ricordare a tutti, ripercorre la storia di questi ultimi mesi e anni di opposizione all’ Autonomia differenziata, opposizione che ha dato frutti poiché il pericolo di avere una scuola frantumata si è, per ora, allontanato, essendo stato stralciato dal pacchetto complessivo il tema della scuola e dei docenti e poiché sta avanzando in Parlamento la Legge contro la “ chiamata diretta”, su cui solo la Gilda non ha mai abbassato la guardia. Il Punto. Tutto il nostro lavoro è stato utile.
Ancora. L’insostenibile leggerezza delle buste paga, Gianluigi Dotti, è la ricerca condotta per il Centro studi della Gilda degli Insegnanti che evidenzia come il potere di acquisto dei docenti sia crollato inesorabilmente nel corso degli ultimi anni non soltanto nell’impietoso confronto con i colleghi degli altri Paesi europei, ma anche con tutti gli altri dipendenti pubblici italiani.
C’ è poi la storia declinante dell’ Esame di Stato, cavallo di Troia per imporre ai docenti una modifica della metodologia didattica. Giovanni Carosotti conferma in questa analisi i sospetti già ampiamente argomentati nel numero scorso, Tra rigidità e banalità Il triste declino dell’ esame di Stato.
La storia perdurante del classismo britannico nella formazione dei politici, Marco Morini, Gran Bretagna: il classismo britannico delle scuole superiori private.
Completano questo numero: la notizia della consegna alla Presidenza del Consiglio delle Firme per recuperare progressione di carriera e prestigio sociale dei docenti, Ester Trevisan; una Lettera aperta e completa ai genitori, di Alberto Dainese; la notizia di una vittoria giudiziaria della Gilda di Teramo, Anche il sindacalista sa insegnare; la recensione ad romanzo di Lino Giove, Nico l’ antieroe e il suo interrogarsi, Gianluigi Dotti, e la segnalazione delle bellezze di Arezzo per Viaggi & Cultura di Massimo Quintiliani, Arezzo, scrigno di bellezze da ammirare.
A completamento dell’ impianto di un numero che insiste sullo studio e sulla Storia, va il fascicolo allegato Libertà e responsabilità nella scuola, che riassumendo la vicenda della sospensione dal servizio della professoressa Rosa Maria Dell’ Aria di Palermo per omessa vigilanza sugli alunni per non essere intervenuta a modificare una loro ricerca che sosteneva tesi sgradite al Governo, intende rimettere le cose al loro giusto posto per salvaguardare le funzione istituzionale della scuola.
Quindi, dopo I Fatti, di Ester Trevisan; le Analisi: Pensiero libero e responsabile a scuola, Renza Bertuzzi; Responsabilità del docente: i veri ambiti di controllo sugli alunni, Gianluigi Dotti; Il caso della professoressa sanzionata. La burocrazia insipiente e le leggi sbagliate, Fabrizio Reberschegg.
Renza Bertuzzi
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