"Come da copione, anche il prossimo anno scolastico inizierà sotto la cattiva stella della ‘supplentite´, con il solito valzer di precari e la conseguente discontinuità didattica che si ripercuoterà sugli studenti".
È l´allarme lanciato dalla Gilda degli Insegnanti, che torna a segnalare l´inefficienza della macchina amministrativa provocata anche dal collasso degli uffici periferici, i cui organici sono ormai ridotti all´osso.
"Alla cronica carenza di personale, adesso acuita dai pensionamenti di Quota 100, si somma la mancanza, da parte degli USR, di una linea univoca di interpretazione delle varie norme che regolano le nomine. Senza un´omogeneità nella loro applicazione - sottolinea il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio - si rischia di ledere diritti e, quindi, di alimentare il contenzioso. La regionalizzazione dell´amministrazione scolastica, dunque, non ne ha migliorato il funzionamento".
Notevoli, inoltre, i disordini e i disguidi che stanno contrassegnando le operazioni di nomina dei docenti in corso in questi giorni. "In molte città la situazione è critica, come ci segnalano le nostre sedi territoriali - spiega Di Meglio - A Catania, per esempio, presunti errori nella formazione delle graduatorie hanno reso necessario l´intervento delle forze dell´ordine, mentre a Venezia in alcuni casi le assegnazioni di oltre 200 cattedre sono avvenute in aule che potevano ospitare un massimo di 60 persone, costringendo tanti futuri docenti ad estenuanti attese sotto il solleone".
"In ogni caso - conclude il coordinatore nazionale della Gilda - le 53mila ipotetiche immissioni in ruolo stabilite dal Governo non sono sufficienti per coprire tutti i vuoti di organico".
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