Gilda

martedì 9 settembre 2014

Principio n. 1: scuola volàno dello sviluppo



Non possiamo sapere come andrà a finire questa avventura del patto educativo della “Buona Scuola”, ma non si può dire che non sia un atto di coraggio politico. In tempi di crisi economica, di recessione e di deflazione, di blocco confermato del contratto nazionale per tutti i dipendenti pubblici (compresi quelli del comparto scuola), investire sulla scuola è certamente una sfida, al di là degli indubbi limiti che presenta il progetto o che emergeranno.
E non è per niente scontato che il patto educativo venga capito e condiviso dalla maggioranza dei cittadini italiani. Eppure, mai come questa volta la rivoluzione che si annuncia per la scuola è portatrice di speranza che va ben oltre l’ambito dell’istruzione e travalica i limiti e le criticità del progetto.
Investire sulla scuola vuol dire investire sul capitale umano, vera risorsa per lo sviluppo sociale ed economico di un Paese. Il fatto che un Governo lo metta per iscritto con proposte concrete di cambiamento è un buon punto di inizio, una premessa indispensabile quanto non sufficiente. Se l’investimento sarà qualitativamente buono, ne vedremo gli effetti in tempi medio-lunghi.
Nel frattempo, nell’interesse di tutti, conviene non rimanere nel comodo e improduttivo ruolo di semplice spettatore e concorrere invece al dibattito sul piano, anche con il semplice apporto di un sì o di un no.
(da TuttoscuolaNEWS)


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