All’inizio di settembre, il premier Renzi ha presentato le linee guida di un progetto di riforma della scuola, contenuto in un dossier di 136 pagine, intitolato “La Buona Scuola”.
Tra i capitoli, ve n’è uno dedicato ad un nuovo sistema di progressione stipendiale: a partire dal 1° settembre 2015 nessun insegnante potrà più maturare scatti di anzianità, che saranno sostituiti da scatti retributivi definiti “di competenza”. Questi ultimi, però, non spetteranno a tutti. Infatti, ogni 3 anni (quindi la prima volta nel 2018, poi nel 2021, ecc.), sulla base di crediti didattici, formativi e professionali, solo “due terzi (66%) di tutti i docenti di ogni scuola (o rete di scuole) avranno diritto ad uno scatto di retribuzione” [pag. 53].
Il dossier aggiunge: “Il valore di ogni scatto triennale potrebbe essere di circa 60 euro netti al mese” [pag. 54].
Gli scatti di anzianità attualmente esistenti, invece, cadono ogni 6 o 7 anni e portano nelle tasche degli insegnanti una cifra tra i 110 e i 130 euro netti al mese (tranne che per l’ultimo gradone, alle soglie della pensione, cui corrisponde un avanzamento inferiore in termini economici).
Cominciamo a trarre delle conclusioni oggettive da quanto detto....
Il contributo di Marco Corvaglia, nella sua versione integrale, continua sulla pagina dedicata del nostro Centro studi nazionale.
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