“La maggior parte dei docenti italiani, pur se nei limiti dettati dalle tecnologie e dalle competenze digitali di ciascuno di loro e dei propri studenti, si sta adoperando attraverso la didattica a distanza per continuare a svolgere le lezioni. Riteniamo importante sottolineare, però, che modi, tempi e metodi impiegati nell’attuazione della didattica a distanza devono essere lasciati alla discrezionalità dei singoli docenti, nel rispetto della libertà d’insegnamento sancita dall’articolo 33 della nostra Costituzione”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, interviene in merito agli eccessi di decisionismo dirigenziale dimostrati da alcuni presidi.
“La libertà d’insegnamento costituzionalmente garantita – prosegue Di Meglio – è ribadita anche dal Ministero dell’Istruzione nella nota dell’8 marzo scorso in cui si legge che ‘a seconda delle piattaforme utilizzate, vi è una varietà di strumenti a disposizione. Si ricorda, peraltro che la normativa vigente (Dpr 122/2009, D.lgs 62/2017), al di là dei momenti formalizzati relativi agli scrutini e agli esami di Stato, lascia la dimensione docimologica ai docenti, senza istruire particolari protocolli che sono più fonte di tradizione che normativa’.
L’emergenza che stiamo affrontando impone a ciascuno di fare responsabilmente la propria parte, evitando contrapposizioni e sfoggi muscolari che in questo momento non possono che nuocere alla scuola”.
“In questi giorni di aule deserte in tutta Italia forse ci si sta rendendo conto di ciò che la scuola è: un luogo dove trasmettere conoscenza, cultura, valori attraverso la troppo spesso criticata ‘lezione frontale’ che adesso tanto manca e sulla quale, quando questa nostra ora più buia sarà passata, occorrerà aprire una riflessione per rivalutarla e valorizzarla”, conclude Di Meglio.
Roma, 12 marzo 2020
Ufficio stampa Gilda Insegnanti
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