Unite su obiettivi comuni le organizzazioni
sindacali più rappresentative del mondo della
scuola, dell’università e della ricerca avviano
una fase di iniziative organizzate insieme su
temi diversi, individuati come vere emergenze,
a partire dalle azioni di contrasto alle ipotesi
di regionalizzazione del sistema scolastico.
Flc CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola RUA, SNALS
Confsal e Gilda Unams ritengono che quella
attuale sia una fase straordinaria e cruciale nella
quale è indispensabile rilanciare con forza la
valenza strategica del sistema di istruzione,
rivendicando significativi investimenti per la
valorizzazione delle professionalità e la stabilità
del lavoro, condizioni necessarie per assicurare
al Paese una scuola di qualità.
Obiettivi irrinunciabili da perseguire con
un’azione incisiva e determinata. Nei prossimi
giorni verrà definito un piano dettagliato di
iniziative di mobilitazione, puntando a
raccogliere il massimo di unità e compattezza
della categoria.
Tante e di grande rilievo le questioni sul tappeto.
In primo luogo i progetti di regionalizzazione
del sistema di istruzione, contro cui nelle
scorse settimane sono scesi in campo sindacati
e associ azioni, di diversa ispirazione, uniti nel
rivendicare la salvaguardia del caratte re
unitario e nazionale del sistema scolastico,
come risorsa posta a garanzia del pieno esercizio
dei diritti di cittadinanza indicati nella
Costituzione.
C’è un’emergenza salariale, affermano
C’è un’emergenza salariale, affermano
i segretari generali, che si trascina da tempo;
trattamenti economici inadeguati a riconoscere
l’importanza e il valore del lavoro nei settori della
conoscenza determinano una situazione che
vede il nostro Paese in pesante svantaggio
rispetto alla media delle retribuzioni europee,
come attestato più volte da indagini e ricerche
internazionali.
Le scelte fatte con la legge di stabilità per il 2019
negano ad oggi la possibilità di compiere, col
rinnovo del contratto, un passo significativo in
direzione di un riallineamento retributivo alla
media europea: smentiti ancora una volta
impegni e promesse, che non hanno alcuna
credibilità se non trovano riscontro in precise
e concrete scelte di investimento.
Continua e si aggrava l’emergenza precariato.
Continua e si aggrava l’emergenza precariato.
Il ricorso ai contratti di lavoro a tempo
determinato non si è affatto ridotto negli ultimi
anni, nonostante ripetuti interventi legislativi in
materia di reclutamento.
Occorrono soluzioni che consentano da subito la
stabilizzazione dei rapporti precari sia nell’area
del personale docente che del personale ATA.
Non è in gioco solo il diritto al lavoro di tante
persone, è la stessa regolarità del servizio che
rischia ogni anno di essere compromessa.
Un’altra emergenza riguarda il personale ATA,
Un’altra emergenza riguarda il personale ATA,
costretto a carichi di lavoro crescenti e sempre
più gravosi, con organici inadeguati e ricorso
abnorme, anche in questo settore, a contratti a
termine.
Pesano norme che ostacolano o impediscono la
sostituzione del personale quando si assenta, si
accumulano sugli uffici di segreterie incombenze
di ogni genere, spesso senza adeguato supporto in termini di strumentazione.
Roma, 7 marzo 2019
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