Gilda

venerdì 2 giugno 2017

Di Meglio, se si vota in autunno aumenti dimezzati: solo 35 euro in più. Intervista della Tecnica della Scuola a Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti


Se si dovesse andare alle elezioni politiche in autunno, come stanno proponendo in questi giorni diversi partiti politici, il personale della Scuola vivrebbe un´ulteriore beffa.
La parte più consistente degli aumenti previsti in 
busta paga, a seguito dell´accordo quadro di 
riforma della Pubblica Amministrazione e il 
conseguente rinnovo del contratto, fermo dal 2009,
 è legata infatti all´approvazione della Legge di 
Stabilità di fine 2017. Venendo meno la 
ratifica della manovra, viene da sé che 
quei finanziamenti non potranno essere accreditati.
In effetti, sul fronte del pubblico impiego, il
 Documento di economia e finanza per il 2017 
che il Consiglio dei ministri ha varato ad aprile,
 ha previsto "lo stanziamento di ulteriori 2,8 miliardi
 di euro, in modo da garantire un aumento 
contrattuale medio di 85 euro con i rinnovi 
2016-2018", ha ricordato qualche settimana fa
 Il Sole 24 Ore.
Sempre nello stesso Def, era contenuta la 
previsione degli eventuali oneri per il prossimo
 rinnovo: 2,3 miliardi di euro per il 2019 e 4,6 
per il 2020. Ora, però, tutto potrebbe essere vanificato
.
La Tecnica della Scuola ne ha parlato con 
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda
 degli Insegnanti.

Di Meglio, allora se si va alle elezioni in 
autunno, prima della scadenza naturale 
della legislatura, c´è da preoccuparsi?
Certamente. I lavoratori della scuola avrebbero 
davvero poco da guadagnare da eventuali, sempre
 più probabili, elezioni dopo l´estate. Anzi, di sicuro
 ci perderebbero: più della metà degli aumenti 
previsti, i famosi 85 euro accordati con la 
ministra Marianna Madia, non verrebbero infatti
 più finanziati.

Quindi il nuovo contratto potrebbe slittare?
Non credo. Se, come sembra, a luglio dovesse 
arrivare l´accordo quadro con la Funzione Pubblica,
 il rinnovo contrattuale di categoria potrebbe 
essere chiuso entro l´anno. Solo che la parte 
economica sarebbe orfana di buona parte degli 
aumenti previsti da diversi mesi.


Quanto andrà in media di aumento ad 
ogni lavoratore?
Nello stipendio di chi opera a scuola andrebbero a
 finire circa 35 euro lorde, anziché gli 85 pattuiti 
sinora. Per chi ha stipendi ridotti, poco più di 10
 euro netti. Una miseria. Attesa pure otto anni.

Proviamo a guardare la situazione da un´
altra prospettiva: per la Scuola, a seguito 
delle prossime elezioni politiche, potrebbero 
anche prefigurarsi altri scenari, visto che 
diversi partiti d´opposizione hanno promesso
 di smantellare la Legge 107/15. Non crede?
Questo è un altro discorso. In quella legge di riforma,
 la cosiddetta Buona Scuola, ci sono delle parti che 
non andavano approvate e che stanno facendo il 
male della nostra istruzione pubblica. Penso 
alla chiamata diretta, agli ambiti territoriali e al 
bonus merito. Ma anche alle novità introdotte 
per la mobilità dei docenti, con il disastroso 
algoritmo che la scorsa estate ha prodotto 
danni a ripetizione.

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