Gilda

venerdì 6 aprile 2018

Contratto. Gilda: ricorso europeo per violazione libertà sindacale. Di Meglio: "Riteniamo incostituzionale la normativa italiana che prevede la perdita di alcune prerogative per i sindacati non firmatari"



Un reclamo al Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa contro le violazioni della Carta Sociale Europea commesse dal Governo italiano. A farsene promotore in qualità di segretario generale della CGS (Confederazione Generale Sindacale) è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che porta così all’attenzione delle istituzioni comunitarie la normativa italiana in base alla quale i sindacati che non sottoscrivono i contratti collettivi nazionali di lavoro sono esclusi da tutti gli altri livelli di contrattazione.


“Questa disposizione, prevista dai contratti del pubblico impiego con apposite clausole, - spiega Di Meglio - è in palese contrasto con quanto sancito dall’articolo 39 della Costituzione e con l’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che tutela le libertà di riunione e di associazione in cui rientrano anche le libertà sindacali. Ricordiamo, inoltre, che la Corte Costituzionale si è espressa sul tema con la storica sentenza numero 231 del 2013 che, pur se riferendosi al settore privato (caso Fiom Cgil versus Fiat, ndr), ha dato ragione al sindacato”.

“Si tratta di norme di carattere estorsivo - prosegue Di Meglio - perché un sindacato contrario a un contratto di lavoro, e che perciò decide di non sottoscriverlo, perde una parte delle proprie prerogative, cioè viene escluso dalle sequenze contrattuali e da tutti i livelli di contrattazione. Il danno, dunque, è notevole e abbiamo deciso di presentare ricorso in Europa perché riteniamo incostituzionale la normativa italiana, peraltro già dichiarata tale nel settore privato dalla Consulta”. 

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