Gilda

venerdì 20 gennaio 2017

Di Meglio: “Non firmiamo intesa su mobilità, bisogna cambiare la legge”. L´intervista a Rino Di Meglio, coordinatore nazionale, da parte dell´agenzia di stampa DIRE



ROMA - La Gilda non ha firmato l´intesa politica sulla mobilità dello scorso 29 dicembre, siglata dalle altre sigle sindacali "perché riteniamo che la Legge 107 vada cambiata". E non c´è intenzione di siglarla finché questo cambio non sarà fatto. A ribadirlo Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, intervistato dall´agenzia Dire: "Noi non abbiamo firmato l´intesa sulla mobilità, con tutto il rispetto per la buona volontà del nuovo ministro che si è prodigata".



Questo perché "riteniamo che il quadro normativo, cioè la Legge 107 che prevede gradualmente il passaggio della titolarità degli insegnanti da scuola all´ambito territoriale, e la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici, sono norme che non condividiamo e non pensiamo che possano funzionare semplicemente con un contratto".

Quindi, "modificare la legge e poi si possono scrivere nuove norme sulla mobilità, ma bisogna cambiare la legge altrimenti non ne veniamo fuori. Anzi, si rischiano pasticci, gli effetti si sono visti a inizio di quest´anno". Per Di Meglio "le conseguenze di questi pasticci le subiscono gli insegnanti e gli alunni che non hanno continuita didattica".

Dal 1 settembre "gli insegnanti dovrebbero essere al loro posto. Ma non è così. E negli ultimi anni le cose sono peggiorate". Sono in corso "trattative per il contratto della mobilità, ed è una cosa molto complessa- ha detto ancora- C´è un grosso problema, quello degli insegnanti spostati a nord e a sud e che vorrebbero tornare a casa. Ma i posti sono pochi. La gente non riesce a tornare a casa".

Gilda, quindi, chiede "il cambiamento della legge, si deve essere chiamati nelle scuole in base alla graduatoria". Di Meglio ha poi concluso spiegando di aver "apprezzato la disponibilità del nuovo ministro. Da parte sua massima apertura, lo apprezzo anche se le condizioni politiche restano difficili ma non a causa di questo ministro".

» L´intervista (fonte DIRE)

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