Gilda

mercoledì 24 aprile 2019

Aprire gli occhi e reagire con forza. Professione docente di maggio sull´autonomia differenziata. I no per capire di Massimo Villone, Francesco Pallante, Gianfranco Viesti, Adolfo Scotto di Luzio



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"È tempo di aprire gli occhi e reagire con forza” ha ammonito Rino Di Meglio, di fronte a situazioni pericolose, pressanti e indifferibili. E’ sempre emergenza, nella scuola, ma questa volta è più emergenza del solito. L’Autonomia differenziata, di cui abbiamo parlato nel fascicolo allegato al numero di marzo del nostro giornale, è un pericolo, grande, che tocca la scuola e molti altri diritti della cittadinanza. Per questo Professione docente continua, anche in questo numero, a fornire materiale perché i nostri occhi siano ben aperti e perché le reazioni siano decise e compatte. 


Nel centro del giornale, quattro pagine monografiche approfondiscono la questione Autonomia differenziata, con le testimonianze di due costituzionalisti: Massimo Villone, intervistato da Ester TrevisanIn un mondo globalizzato le piccole patrie non servono a nessuno, e Francesco Pallante, La scuola regionalizzata, un pericolo per la tenuta della collettività nazionale; un economista, Gianfranco Viesti, intervistato da Vito Carlo CastellanaLe regioni diventano più forti solo se l’intero paese diventa più forte; uno storico, Adolfo Scotto di LuzioLa scuola delle regioni è una scuola per pochi. Sul tema, poi, la Gilda ha già iniziato a reagire con la forza del pensiero e delle analisi, con i convegni a Venezia e a Napoli, e con un Documento approvato all’ unanimità da tutti i delegati nazionali, riuniti a Roma per l’Assemblea nazionale del 16 marzo. Ma non basta. Ha anche agito con determinazione perché tutte le forze sindacali e professionali della scuola si trovassero unite e manifestassero compatte (a Napoli, a Venezia e a Roma) per difendere la sindacalizzazione, cioè la rappresentanza dei diritti dei lavoratori e per lanciare il dissenso contro una politica che mira a indebolire e non a valorizzare la scuola. Rino Di Meglio, Unità dei sindacati per la difesa della rappresentanza dei lavoratoriIl PuntoEster TrevisanUniti per dare forza: Napoli, Venezia, Roma

Occhi aperti anche su tutti i temi che affannano la scuola in questo presente confuso, caotico, in cui è sempre più difficile orientarsi. 

Per prima cosa i nuovi esami di Stato: si continua a parlarne - ragionandovi sopra - sia con un’analisi comparativa con il Bac francese, Antonio AntonazzoIl BAC sta diventando maturo, sia con un contributo di Giovanni CarosottiIl nuovo esame di Stato, specchio di una scuola senza contenuti, con cui si dimostra che la novità non è solo tecnica ma nasconde un progetto più vasto e pericoloso: piegare i docenti a pratiche didattiche imposte dall’alto snaturando con ciò la libertà d’insegnamento.
Quella libertà che è il fondamento costituzionale della Scuola pubblica di Stato, a cui è legata l’educazione al pensiero critico, affidata, come mandato sociale, ai docenti (art. 395 del d.lgs 297/1994).
Ebbene, vi sono fondati timori per temere che la Commissione che sta occupandosi dello “Schema di disegno di legge recante delega al Governo per le semplificazioni, i riassetti normativi e le codificazioni di settore” voglia modificare questa funzione e trasformare i docenti in “facilitatori dell’apprendimento” (!). Gianluigi Dotti, Non si tolga lo spirito critico dalla Scuola
Spirito critico, su cui insiste anche Roberto Casati, Due spettri si aggirano per l’Europa: spirito critico e creatività. L’uno e l’altra, afferma il filosofo, discendono dallo studio lungo e approfondito, da quello studio che si dovrebbe fare a scuola, aggiungiamo noi e che non si fa più tanto da quando la scuola ha messo al centro competenze vaghe e volatili. Rimprovera ciò anche Greta Thunberg, la giovane svedese che ha dato il via alla protesta per l’inquinamento mondiale, rinfacciando agli adulti di aver modificato l’importanza dell’istruzione. “Avete creato un mondo dove contano solo la socialità, l’aspetto esteriore e il denaro, possiamo studiare quanto vogliamo, ma purtroppo conta poco. Perché gli scienziati li ascolta qualcuno?”. Marco Morini, Contro l’immobilismo politico, Greta forever. Non consola - si fa per dire - l’assenza di un discorso centrato sulla scuola a livello europea nell’imminenza delle elezioni, Unione europea: istruzione e scuola. Dopo Lisbona c’è ancora tanta strada da fare, Fabrizio Reberschegg. 
Scuola dimidiata, potremmo dire, da scelte che si sono rivelate dannose e che forse occultano progetti ambigui mirati alla regressione della cultura dei cittadini. Su questa scuola impoverita la Gilda ha sempre puntato l’attenzione e continua a farlo con gli Esercizi di pensiero dei Convegni di Padova e Vicenza, Gianluigi Dotti; con gli articoli sulla cosiddetta Educazione civica, la foglia di fico per nascondere l’ignoranza del diritto e dell’economia nella popolazione italiana e nella scuola italiana. Una scelta politicaFabrizio Reberschegg; sull’abbandono di un’istruzione di qualità, Dell’utilità dell’inutile, ovvero dell’aver buttato il bimbo con l’acqua sporca, Alberto Dainese; sugli errori della scuola italianaI tre errori della scuola italiana, Danilo Falsoni. Ancora, la panoramica storica sulla scuola italiana con 1935-1936 il martirio di studenti e insegnanti, Piero Morpurgo; diverse recensioni di libri: Il velleitarismo adolescenziale dei genitori sull’ultimo libro di Massimo Ammanitianche intervistatoEster Trevisan; un testo di Cataldo Russo, Un affresco a tutto tondo della scuola italiana, Giuseppe Boccuto; un saggio di Patrizia Gabrielli, La guerra è l’unico pensiero che ci domina tutti, Massimo Quintiliani, che presenta anche Padovacome meta di viaggi.
Infine, occhi aperti sulle pensioni, con il fascicoloPer uscire dal labirintosintetico ma completo, a cura del dipartimento Previdenza e Pensioni della Gilda degli Insegnanti.
Tutto si tiene, dunque, ma occhi aperti e consapevoli ché potrebbe non esservi un’altra occasione.

                                                                                Renza Bertuzzi


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