Gilda

giovedì 10 novembre 2016

Annus horribilis: chi mal comincia …


Esistono strumenti democratici che inducono a cambiare rotta e spero che vengano usati dai cittadini per rimettere in carreggiata la scuola che è il cardine di un Paese
 di Rino Di Meglio


Il 2016 doveva essere l’ anno dell’ entrata a regime della cosiddetta “ buona scuola” e invece, come è sotto gli occhi di tutti, siamo in uno stato di vera e propria emergenza. La legge 107/2015, come avevamo ampiamente previsto, ha sortito effetti deleteri su tutto il funzionamento della macchina scolastica, determinando uno dei peggiori inizi di anno scolastico che si ricordi.


All’ apertura, la maggior parte delle scuole italiane erano prive di insegnanti, alcune funzionavano a part-time. Ci sono state molte situazioni paradossali e cito ad esempio il caso di un liceo classico in Sardegna con un solo insegnante, uno solo.

C’erano docenti che non sapevano dove andare ad insegnare; docenti a cui evidentemente era stato applicato il Vangelo perché, essendo primi in graduatoria, sono stati assegnati lontano da casa, mentre gli ultimi –della graduatoria- sono diventati i primi e sono rimasti vicini a casa propria. Un fatto paradossale di cui il Miur non ha voluto rendere conto, sostenendo che l’ operazione è stata determinata da un algoritmo preciso( sic!). Noi, come Gilda-FGU, abbiamo presentato formale richiesta di accesso agli atti per conoscere questo strumento ma ci è stata fornita una risposta imprecisa e impropria. Non intendiamo cedere a questa prevaricazione dei diritti dei cittadini e andremo fino in fondo per ottenere ciò che spetta : la trasparenza dei meccanismi della Pubblica Amministrazione.

Ci sono stati supplenti assunti con un contratto di lavoro formulato così “ fino all’ individuazione del titolare ”, un tipo di contratto fuori dalle norme del Diritto del lavoro e che viene applicato solo alla Scuola.

In sostanza, la scuola ha funzionato e sta ancora funzionando male e poco.

Nell’ incontro del 4 ottobre con il Ministro Giannini, che continua a minimizzare l’ evidenza dei fatti, abbiamo dimostrato, illustrando dati e casi specifici raccolti in tutta Italia attraverso le nostre sedi provinciali, che l'entrata a regime della 'Buona Scuola' ha provocato gravi disfunzioni nell'organizzazione delle attività didattiche. In moltissime scuole il numero di docenti in servizio non era sufficiente per garantire la copertura di tutte le ore di insegnamento, e ciò ha costretto i dirigenti scolastici a ridurre l'orario di lezione e a posticipare l'ingresso o anticipare l'uscita degli alunni.

Si profila anche un futuro di Dirigenti scolastici che scelgono, nella scuola pubblica, i docenti senza una graduatoria. Contro questo la Gilda lotterà con tutte le forze, determinata ad arrivare anche alla Corte Costituzionale.

A questo quadro aggiungiamo le strane idee che si affacciano all’ orizzonte: l’ eliminazione dei voti e degli esami di terza media raffigura una scuola sempre più parcheggio, dove è importante più stare allegri che imparare. Una scuola facile, che garantisca agli studenti il successo formativo. Le garanzie dovrebbero riguardare invece l’ uguaglianza dei punti di partenza, non quelli di arrivo. E poi si parla di merito... Ma quale merito! Qui ci si sta facendo propaganda a buon mercato per accontentare la famiglie, e per assegnare agli alunni buoni voti, anche quando non li meritano. In questo modo, si sta privando la scuola pubblica statale degli strumenti per la qualità , cosa che non farà bene al futuro del Paese.
Questa non è buona scuola, la vera buona scuola la fanno i bravi insegnanti che sono messi in condizione di compiere il loro dovere perché la funzione istituzionale della scuola pubblica statale consiste semplicemente nell’ impartire un buon insegnamento.
I risultati del sondaggio che la Gilda-FGU ha commissionato alla SWG non lasciano dubbi: la grande maggioranza dei docenti respinge in blocco - come avevamo ben capito - le innovazioni di questo progetto.

Per tutto ciò, mi auguro che si arrivi ad un ripensamento: non si può innovare con i docenti contrari e presto anche le famiglie si accorgeranno dello scempio compiuto contro i loro figli.

Esistono strumenti democratici che inducono a cambiare rotta e spero che vengano usati dai cittadini per rimettere in carreggiata la scuola che è il cardine di un Paese.


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