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venerdì 25 novembre 2016

1922: mentre le ideologie avvelenano il pensiero, la ricerca medica e pedagogica difende le menti dei deboli


Con la legge Gentile si ha il preside-duce. Ancora una volta la lettura del passato stimola a comprendere il presente e sollecita a dire no a nuove riforme che sanno di autoritarismo


23 Ottobre 2016 | di Piero Morpurgo su Professione Docente



Il 1922 è l’anno in cui si inaugurò la Corte di Giustizia Internazionale a L’Aja, venne scoperta la tomba di Tutankhamen (1), l’Italia scatenò una guerra contro la Libia che durerà fino al 1932, i fascisti organizzarono la Marcia su Roma e Mussolini fu incaricato di formare il governo. Quel che era stato annunciato da Mussolini prima a Bologna Il 3 aprile 1921 quando esaltò “questa nostra stirpe ariana e mediterranea” poi a Roma 8 novembre 1921 “il Fascismo deve provvedere al problema della razza” (2) si configura velocemente. Infatti, nel 1922, la rivista “La Vita Italiana” pubblicò un articolo contro gli ebrei in Germania a firma di ‘un bavarese’ poi identificato in Adolf Hitler, l’antisemitismo caratterizzava anche la “Rivista di Milano” che diffondeva articoli su presupposte atrocità ebraiche in Baviera (3). Un anno difficile che ne annunciava di peggiori: la violenza fisica è accompagnata da quella linguistica: negli USA l’Oregon (anche con l’appoggio del Ku Klux Klan) obbligò tutti i bambini a fino a 16 anni a frequentare le scuole pubbliche con l’intento di ridurre le scuole degli immigranti, dei cattolici e dei protestanti che utilizzavano lingue diverse dall’inglese (4), l’Irlanda dispose il divieto della lingua inglese nelle scuole nazionali (5), A Washington (D.C.) la polizia controllava che i costumi da bagno femminili non fossero troppo corti.
Le scuole per i più deboli
Ideologie velenose investivano la gioventù; eppure non mancavano problemi e prospettive: gli anni della Grande Guerra furono caratterizzati da una fortissima mortalità infantile (6) che cominciò a calare a partire dal 1920 (i biberon fantasiosi con tubi non sterilizzabili furono vietati nel 1910). Questo fu il periodo della grande espansione dell’associazione “Goutte de lait” (1894-1972) che si occupò, in Francia e nel mondo, di sostenere l’alimentazione e la pedagogia dell’infanzia (7). Il 5 marzo 1922 venne fondato il Comité national de l’enfance con obiettivi più vasti: la tutela degli adolescenti, la protezione delle donne lavoratrici, l’igiene nelle scuole e nelle case, le colonie di vacanze (8). Nel quadro di questi interventi le scuole francesi con una circolare dell’8 settembre 1922 delinearono misure particolari per l’accoglienza nelle scuole degli allievi di debole costituzione (9). Nel 1922 Sante De Sanctis al XVI Congresso della Società Freniatrica Italiana teorizzava un’autonomia della psichiatria infantile, che "dovrebbe integrare la sua cultura in neurologia, psichiatria, pediatria, e psicologia". Il tutto sulla linea del neurologo Eugenio Medea che - nel 1918- aveva fondato la Pro Infanzia Anormale, che realizzò scuole specializzate: la Treves-De Sanctis per anormali psichici, la Giulio Tarra per problemi dell’udito e della parola, la Gaetano Negri per motulesi, la Antonio Scarpa minorati della vista, la Paolo e Larissa Pini per gli epilettici e un istituto all’aperto per bambini gracili (10). Però in Italia il R.D. 4 maggio 1925 n. 653 all’art. 5 dava facoltà al capo istituto di “allontanare gli alunni o i candidati affetti da malattie contagiose o ripugnanti”.
L’ideologia mortifica la scienza: ordine e disciplina
Le analisi mediche e pedagogiche furono sopraffatte da quelle ideologiche: fu promulgata la circolare n. 68 del 22 novembre 1922 che dichiarava “in questi ultimi anni, in molte scuole primarie del Regno l'immagine di Cristo ed il ritratto del Re sono stati tolti. Ciò costituisce una violazione manifesta e non tollerabile di una disposizione regolamentare e soprattutto una lesione alla religione dominante dello Stato così come all'unità della Nazione. Intimiamo allora a tutte le amministrazioni comunali del Regno l’ordine di ristabilire nelle scuole che ne siano sprovviste i due simboli sacri della fede e del sentimento nazionale”. Il contenzioso di questa disposizione è giunto fino a noi (11). Il 25 novembre 1922 fu diffusa la circolare sulla disciplina: “nella scuola dello Stato e della coscienza nazionale uno degli organi più delicati, prima che altrove debbono prontamente inculcarsi e praticarsi il rispetto della legge, l'ordine, la disciplina, l'obbedienza illuminata sì, ma cordiale e devota all'autorità statale”. Si imponeva inoltre agli insegnanti e agli studenti: “l'adesione cordiale e l'obbedienza scrupolosa al nuovo ordine che deve cominciare a instaurarsi anche nella scuola se vogliamo che si consolidi nel Paese”.


Una riforma non discussa in Parlamento: il preside duce
Nel frattempo si annunciano le riforme: la fonte giuridica della riforma della scuola di Gentile fu la legge del 3 dicembre 1922 n. 1601 che conferiva una “Delegazione di pieni poteri al Governo del Re per il riordinamento del sistema tributario e della pubblica amministrazione”. Già nel 1894 era stata richiesta da Crispi una legge sui pieni poteri e si giustificava il tutto con: semplificazione, efficienza, risparmi. Allora si proponeva una legge autoritaria anche: “per riformare le leggi organiche dell’istruzione elementare, secondaria e tecnica, onde conseguire, col miglioramento degli insegnamenti, un risparmio di spese: per riformare o trasformare gli istituti superiori di pubblica istruzione, conciliando l’interesse scientifico con quello della economia” (12) .
In forza dei “pieni poteri”, che consentono di evitare la discussione parlamentare, concessi a Gentile si avviò la riforma della scuola e si dispose il cambiamento del ruolo quella dei presidi, il cui compito diventò principalmente quello di controllare e dirigere gli insegnanti dentro e fuori la scuola. “Il ruolo del preside, non particolarmente definito dalla legge Casati, era andato mano a mano rafforzandosi. /.../ Nell’età giolittiana era stata vagheggiata la figura del preside capo che doveva agire da autorevole coordinatore didattico fra gli insegnanti. Con la legge Gentile diventa, secondo una felice espressione del Santoni Rugiu che riprende il linguaggio di una circolare, il preside-duce” (13).Ancora una volta la lettura del passato stimola a comprendere il presente e sollecita a dire no a nuove riforme che sanno di autoritarismo.
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(1) http://mashable.com/2015/11/04/king-tut-discovery/#lLMI_Lmqkkqo
(2) A. M. Banti, Sublime madre nostra: La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo, Bari 2011, n. 188; sul periodo precedente si veda http://www.peacelink.it/migranti/a/2946.html
(3) L. Parente, ed., Giovanni Preziosi e la questione della razza in Italia, Salerno 2005, pp. 201-203
(4) L. P. Jorgenson, The Oregon School Law of 1922: Passage and Sequel, “The Catholic Historical Review”, 54, (1968), pp. 455–466
(5) Gerard Murphy, Irish in Our Schools, 1922-1945, “Studies: An Irish Quarterly Review”, 37 (1948), pp. 421-428
(6) http://www.istat.it/it/files/2014/01/Mortalita_-sotto_i_5_anni-.pdf?title=La+mortalit%C3%A0+dei+bambini+ieri+e+oggi+in+Italia+-+15%2Fgen%2F2014+-+Testo+integrale.pdf
(7) http://www.persee.fr/doc/annor_0003-4134_1991_num_41_3_1889
(8) http://www.cne-fr.org/Story/Historique.htm
(9) Marie-Claude Mège-Courteix , Les aides spécialisées au bénéfice des élèves: une mission de service public, Paris 1999, p. 47
(10) http://www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/ruoloter/rt2014.htm
(11) http://blog.giuri.unibo.it/ecclesiastico/wp-content/uploads/2015/10/Crocifisso.pdf
(12) http://dm.unife.it/matematicainsieme/riforma_gentile/pdf/Gentile01.pdf
(13) G. Ricuperati, La scuola italiana durante il fascismo, in L. Pazzaglia, R. Sani, edd., Milano 1997, p. 271
 

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